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Prato, l’assessora al ministro Valditara: «Tetto agli alunni stranieri? Si faccia un giro qua per capire»

di Paolo Nencioni
Prato, l’assessora al ministro Valditara: «Tetto agli alunni stranieri? Si faccia un giro qua per capire»

Ilaria Santi commenta l’ultima uscita del ministro dell’Istruzione

29 marzo 2024
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PRATO. «Se il ministro Valditara vuole rendersi conto di cosa significa gestire un sistema scolastico dove sono inseriti tanti bambini figli di genitori stranieri, venga a farsi un giro a Prato». L’invito, un po’ polemico e un po’ serio, arriva dall’assessora all’Istruzione Ilaria Santi, all’indomani delle polemiche sull’opportunità di mettere un “tetto” alla presenza di alunni stranieri nelle classi per evitare che gli alunni italiani abbiano difficoltà di inserimento o di avanzamento nel programma didattico.

Se ne cominciò a parlare già nel 2010 ai tempi della ministra Mariastella Gelmini, con la famosa circolare che metteva un tetto del 30% ma che di fatto non è mai stata veramente applicata, probabilmente perché inapplicabile. In quella stessa circolare, ricorda l’assessora Santi, fu inserita una deroga appositamente per Prato. Che oltre a essere la capitale italiana dell’immigrazione, è anche di conseguenza la capitale italiana per quanto riguarda la presenza degli alunni stranieri nelle classi.

Ma come hanno già fatto notare sia l’assessora Santi che il coordinatore dei presidi, Mario Battiato, il problema non sta tanto nella nazionalità degli alunni, quanto nella conoscenza della lingua italiana. Così, capita spesso che in una classe, specialmente alle elementari, ci siano 15 bambini figli di genitori stranieri e 5 italiani, ma di quei 15 una dozzina parlano sufficientemente bene l’italiano e non costituiscono dunque un problema.

La criticità, semmai, è rappresentata da una abnorme percentuale di studenti che arrivano nella classi quando l’anno scolastico è già iniziato. Il Comune calcola che questa percentuale oscilli tra il 20% e il 25%. Alcuni di questi ragazzi arrivano senza gli strumenti per seguire correttamente le lezioni e ogni anno il Comune stanzia circa 600.000 euro per favorire l’inclusione. «Soldi che dovrebbe stanziare lo Stato – commenta l’assessore alla Cultura e alla Cittadinanza Simone Mangani – e che invece mettiamo noi».

In ogni caso, se si dovessero distribuire più omogeneamente gli alunni stranieri nelle classi, alcuni sarebbero costretti ad andare a scuola parecchio lontano da casa, e anche questo sarebbe un problema.

«Se il ministro Valditara vuole più italiani nelle classi, proponga a Meloni di approvare lo Ius Soli e se davvero vuole che a scuola si studi la Costituzione rinnovi il protocollo d'intesa con l'Anpi» ha detto ieri l’assessora regionale all’Istruzione Alessandra Nardini. «Valditara la smetta di tagliare sulla scuola e di rilasciare ogni giorno dichiarazioni sempre più sconcertanti, e investa seriamente sul sistema scolastico pubblico – ha aggiunto Nardini – Qualche mese fa, visitando una scuola a Prato, città da anni multiculturale, un bambino, preoccupato proprio per le sue scelte scellerate relative al dimensionamento, mi ha detto: “Salvaguardi la nostra scuola perché è bella, qui siamo un botto mischiati”. È proprio nelle classi dove si è "un botto mischiati" che si impara a rispettare le differenze, tutte. È proprio in quelle classi, in quelle scuole, che si impara quanto sia preziosa la nostra Costituzione».

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