Oltre 5mila persone in lista d’attesa all’ospedale di Prato: «La soluzione? Accordi col privato e straordinari»
Il direttore Michelagnoli: «Al Santo Stefano recuperati già 1.000 interventi»
PRATO. Bisturi e via. Correre e viaggiare a ritmo pieno nelle sale operatorie. Perché è lì che si è creato un imbuto che il Covid ha fatto crescere negli ultimi due anni. Occorre smaltire le file, uno degli strascichi della pandemia che più si ripercuotono sulle strutture ospedaliere, che in termini numerici si traducono in un arretrato di 5.030 interventi in lista d’attesa al Santo Stefano (sono 20.667 in tutti gli ospedali dell’area vasta): si tratta di casi di media e bassa complessità. Ma ci sono ed è per questo che l’Asl Toscana centro e la direzione sanitaria dell’ospedale hanno varato un piano di recupero per sfoltire le liste d’attesa degli interventi programmati, soprattutto per l’area della chirurgia generale, potenziando la produttività aggiuntiva (stanziamento ulteriore da 2 milioni di euro) oltre ad accordi specifici con il privato in convenzione come Villa Fiorita (Prato) e Villa Ulivella (Firenze). Ne parliamo con il dottor Stefano Michelagnoli, direttore del dipartimento specialistiche chirurgiche dell’Asl Toscana centro.
Dottor Michelagnoli, quali sono le aree in maggiore sofferenza?
«Il calo produttivo dovuto all’emergenza pandemica si è concentrato sulle casistiche a medio - bassa complessità (classi di priorità B, C e D), prevalentemente correlate alle aree di chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, testa collo che risultano essere a oggi quelle più in sofferenza in termini di tempi di attesa».
Quante sono le sedute chirurgiche che si pensa di recuperare da qui fino alla fine dell'anno?
«Con la fine dell’emergenza nazionale e il rallentamento della morsa del Covid, è stato possibile aumentare la produzione chirurgica elettiva in tutti i nostri ospedali a partire dal mese di aprile. L’obiettivo molto sfidante è quello di procedere nel 2022 al recupero di tutte le prestazioni chirurgiche che si stimano non essere state erogate nell’ultimo biennio a causa della pandemia: si parla di circa 7.000 interventi».
Esiste un piano di recupero delle prestazioni pregresse con accordi, ad esempio, con strutture private?
«Ovviamente sì, esiste un piano di recupero di prestazioni che non è stato possibile erogare durante l’emergenza nazionale. Il piano è stato presentato in Regione Toscana recependo quanto previsto dalla delibera della giunta regionale 148 del 2022: l’azienda sanitaria ha destinato a tal fine risorse aggiuntive per 4,8 milioni di euro prevedendo una serie di contromisure strategiche valide per l’anno in corso».
Ovvero, quali sono queste contromisure strategiche?
«Da una parte il potenziamento della produttività aggiuntiva con uno stanziamento ulteriore pari a 2 milioni di euro. Con delibera aziendale 704 del 2022, l’azienda sanitaria ha prorogato almeno fino a fine dicembre la produttività aggiuntiva correlata a specifici progetti di abbattimento liste di attesa relativi alla chirurgia elettiva. Sul Santo Stefano è attivo il progetto di abbattimento liste correlato a casistiche proprie della chirurgia generale, l’unità operativa con il maggior numero di pazienti in lista di attesa».
Più collaborazione con il privato in convenzione?
«Anche in questo caso è previsto un potenziamento dell’erogazione congiunta “service”. Si tratta della produzione aziendale erogata dai nostri professionisti nelle strutture del privato convenzionato. Quest'attività ha permesso di utilizzare le risorse fisiche del privato convenzionato per abbattere le liste di attesa di tutta l’area: si tratta di accordi con sette case di cura, tra cui villa Fiorita e villa Ulivella per l’ambito pratese. Il lavoro da fare è ancora tanto perché l’impatto del Covid sulla produzione chirurgica aziendale è stato notevole ma, da aprile a giugno, sono stati già “recuperati” oltre 1.000 interventi programmati proprio grazie a tutte queste contromisure».