Specchi con scritte e rumori, famiglia convinta di avere il diavolo in casa Lo psichiatra: "Sono arrivati terrorizzati da quanto dicono di aver visto"

Francesco Albonetti
Specchi con scritte e rumori, famiglia convinta di avere il diavolo in casa Lo psichiatra: "Sono arrivati terrorizzati da quanto dicono di aver visto"

Movimentata vicenda al pronto soccorso di Prato, dove padre e madre si sono anche incatenati. Alla fine tutta la famiglia è stata sottoposta a Tso e i coniugi sono stati ricoverati in ospedali diversi. La diocesi ha provato a tranqullizzare la famiglia anche praticando due esorcismi

03 agosto 2014
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PRATO. "In casa nostra c'è il demonio". Questa l'inquietante rivelazione fatta prima al parroco, poi agli  increduli carabinieri, da padre e madre di tre figli (di cui due femmine da poco maggiorenni e   un terzo ragazzino di 15 anni). Alla cosa è stato dato poco peso fino a quando nella notte tra giovedì e venerdì i due genitori, terrorizzati,  si sono rivolti all'ospedale Santo Stefano chiedendo aiuto.

Giorni questi ultimi costellati da accessi all'ospedale e da visite e contatti col parroco di Coiano, frazione dove abitano , monsignor Nedo Mannucci. Ma anche con l'esorcista della Diocesi monsignor Guglielmo Pozzi.

Una storia difficile e complessa da ricostruire ma che nasce in una casa alle porte di Prato. Dalla ricostruzione del coordinatore del Dipartimento di salute mentale Marco Armellini che, insieme ai colleghi dell'ospedale ha parlato con i genitori e i ragazzi, nella casa di Coiano sarebbero successo cose strane, inspiegabili tanto da terrorizzare la famiglia. Padre e madre hanno riferito di aver cominciato a sentire rumori strani, a vedere scritte apparire improvvisamente nello specchio del bagno, di una serie di eventi inspiegabili se non ricorrendo alla presenza di una forza maligna. Il terrore ha quindi cominciato a serpeggiare in quella che fino a pochi giorni prima era una famiglia normalissima, i genitori operai e i figli studenti.

"Non possiamo ancora dire di cosa si tratta con esattezza - commenta il neuropsichiatra Armellini - di certo c'è che ancora le ragazze non riescono a entrare nel dettaglio di quanto accaduto. Il nostro compito in questo momento è solo quello di liberarli dal terrore. Il ragazzo più giovane è oggi quello più sereno e più in grado di raccontare la vicenda che li ha portati improvvisamente ad abbandonare la loro casa e a cercare aiuto".

La prima ad essere accompagnata al Santo Stefano dai genitori è  una delle due ragazze che è stata ricoverata all'ospedale Santo Stefano presentando, oltre a un forte stato di choc anche delle escoriazioni e probabilemente piccole bruciature sulle braccia. Non è chiaro se sia stata lei stessa a farsi le bruciature oppure i genitori, che però sono stati i primi a rivolgersi anche ai carabinieri per chiedere aiuto dopo che anche la seconda figlia, nella serata di sabato 2 agosto , è stata portata al pronto soccorso con gli stessi sintomi e le stesse bruciature. Secondo in familiari è stato il maligno a indurre la ragazza a farsi del male.

A quel punto i carabinieri sono andati a casa della famiglia per vederci chiaro e hanno trovato l'abitazione sottosopra e sia i genitori che il figlio maschio quindicenne in forte stato di agitazione. Hanno pertanto disposto il ricovero per tutta la famiglia. Secondo quanto riferito dai carabinieri e dagli infermieri e medici dell'ospedale, sia i i genitori che le figlie sono convinti che nella loro abitazione alloggi il maligno e che tutti loro siano posseduti dal demonio e che, come detto sopra, sia stato il diavolo in persona a costringerle a gesti di autolesionismo. Non risulta, peralto, che la famiglia fosse seguita dagli assistenti sociali e dai servizi psichiatrici né che prima delle ultime settimane abbia manifestato problemi di alcun tipo. Si tratta di una famiglia di origine albanese regolarmente residente in città, conosciuta come tranquilla.

I problemi che hanno portato al ricovero in psichiatria sono nati all'ospedale quando ai genitori è stato negato di vedere le proprie figlie ricoverate, la prima che intanto stava meglio e sembrava aver superato la crisi, e la seconda appena arrivata al pronto soccorso. In evidente stato di agitazione, probabilmente anche perché temevano di perdere la tutela dei figli, padre e madre si sono incatenati davanti al pronto soccorso, protestando e urlando fra la curiosità e la meraviglia delle decine di persone che entravano e uscivano dal Santo Stefano.

Il personale sanitario, insieme ai carabinieri, li hanno tranquillizati e li hanno convinti a farsi visitare: così, l'intera famiglia di cinque persone è stata sottoposta a Tso, il trattamento sanitario obbligatorio. Nel frattempo il figlio minorenne, il componente della famiglia meno agitato, è stato temporaneamente affidato. Le due figlie grandi sono ricoverate al Santo Stefano nonostante stiano fisicamente meglio. Per i due genitori, invece, è stato disposto il ricovero separato nei reparti psichiatrici degli ospedali di Careggi (il padre) e Lucca (la madre). Del fatto è stata informata l'autorità giudiziaria per verificare se, eventualmente, si configura il reato di maltrattamenti in famiglia. Ma, vista la dinamica della vicenda e il fatto che siano gli stessi genitori a chiedere aiuto prima alla Curia poi alle forze dell'ordine, è probabile che non verrà aperta alcuna inchiesta e che il problema diventi materia per psichiatri e assistenti sociali.

Entra in gioco l'esorcista. L’esorcista della diocesi, monsignor Guglielmo Pozzi, nei giorni scorsi è stato a casa della famiglia convinta di essere posseduta dal demonio. Ha dato la sua benedizione ma non ha ravvisato nulla di diverso da un caso psichiatrico. E’ il nuovo clamoroso risvolto sulla vicenda delle ragazze ricoverate con bruciature sulle braccia perché, secondo i genitori, sono indiavolate. A riferire questi nuovi particolari è la stessa diocesi di Prato.


Il primo ad essere contattato dai genitori delle due giovani e del figlio quindicenne, è stato il parroco di Coiano, don Nedo Mannucci, vicario della diocesi. Il sacerdote si è trovato di fronte a due persone piuttosto agitate che chiedevano aiuto, peraltro viste per la prima volta perché la famiglia albanese non frequenta la parrocchia. Affermavano che nella loro abitazione ha preso dimora Satana. Don Mannucci ha cercato di tranquillizzarli. Ma il giorno successivo, per nulla rassicurati, i coniugi hanno ricercato il sacerdote, che questa volta ha deciso di andare a casa loro. Il parrocco si è però limitato a benedire l'abitazione.


Nuovamente, i due sono tornati all'attacco e don Nedo ha deciso di coinvolgere monsignor Guglielmo Pozzi, esorcista della diocesi. Molto scettico don Pozzi si è recato una prima volta a casa della famiglia albanese giovedì 31 luglio, dove ha somministrato un primo escorcismo. Poi ne ha praticato un altro il giorno successivo, venerdì, quando la coppia  è tornata a cercarlo in Duomo. Secondo la diocesi, monsignor Pozzi è però convinto che, come avviene nella quasi totalità dei casi, il caso in questione debba essere risolto dallo psichiatra e non dall'esorcista.
Quando la situazione è precipitata, con le due ragazze che, una dopo l'altra, sono state ricoverate in ospedale con le bruciature, don Guglielmo Pozzi si è preccupato ed è voluto andare a far visita alle figlie della coppia, ma erano sotto Tso come gli altri familiari e non gli è stato consentito.

 

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