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Pontedera, per il Black Silk fine di un’epoca: cambia nome e punta a una nuova clientela. I motivi della scelta

di Paola Silvi
Pontedera, per il Black Silk fine di un’epoca: cambia nome e punta a una nuova clientela. I motivi della scelta

Si chiamerà Dolce Vita: la riapertura sarà in collaborazione con una pasticceria di San Romano. L’amarezza del titolare dopo l’ultima rissa

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PONTEDERA. C'erano una volta il Golena e l'Arnera. E da stasera, dopo la festa di addio, non ci sarà più nemmeno il Black Silk. Ai saluti del locale che per primo era nato sulla sponda del fiume Era e che aveva abbassato il sipario già lo scorso anno, quest'estate si aggiungono, anche se per motivi differenti, quelli dell'altra proposta che da oltre un decennio accoglieva i pontederesi a Bocca d'Era e del disco pub lungo la Tosco Romagnola. «Non sarà una chiusura estiva come le altre che facevamo coincidere con la fine della scuola ma i titoli di coda della storia del Black Silk» dice il titolare Tristano Baldanzi, a scanso di equivoci.

Il locale alza insomma bandiera bianca e lo fa in maniera definitiva. «Siamo fermi già da più di una settimana e per nostra scelta. Se fosse dipeso da noi – racconta Baldanzi - dopo l'ennesima rissa, non avremmo più riaperto. Quella è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Questi due anni sono stati terribili sul fronte della sicurezza. Intorno al locale succedeva di tutto. Ragazzi, e sempre i soliti, che arrivavano alle mani, urinavano ai lati delle vie, vomitavano davanti ai portoni. Una situazione insostenibile, nonostante i nostri sforzi di aumentare i controlli. Il sabato eravamo costretti a chiamare le forze dell'ordine anche quattro volte a fila. A tal proposito ringrazio i residenti che si sono sempre dimostrati cordiali nei nostri confronti».

Ma ormai la decisione è presa. «Siamo davvero molto dispiaciuti. Da quando abbiamo aperto – racconta – ho visto persone incontrarsi al Balck Silk, innamorarsi e i loro figli, una volta cresciuti e adolescenti, venire al locale. Però quando è troppo è troppo. Il disco club, il dj set finisce qui. E non mi vengano a dire che la medesima musica sarà Terricciola per la Notte Bianca, perché le proposte e gli artisti sono diversi». Per non lasciare la città però Baldanzi scommette su una nuova trasformazione. «Nonostante tutto – conferma l'imprenditore – credo ancora in Pontedera. Così ho deciso di restare ma di cambiare genere per provare ad attirare una clientela over 25, più matura e tranquilla. Da metà settembre, negli stessi ambienti, apriremo, con orario dalle 19 alle una, il locale Dolce Vita in collaborazione con i titolari dell'omonima pasticceria di San Romano. L'idea è quella di offrire food, drink e musica dal vivo».

E a Baldanzi arriva anche tutto l'appoggio di Luca Sardelli, ex presidente Confesercenti, ex amministratore del Golena e di altri locali in città. «Sarò presente – dice – alla serata di addio del Black Silk, il locale di un amico e collega che stimo profondamente. Un imprenditore serio, appassionato, che ha sempre lavorato con rispetto e dedizione. Mi auguro che in tanti partecipino, per brindare insieme e dimostrare vicinanza e affetto. Il Black Silk chiude, e non certo per mancanza di clientela. Chiude perché le persone che negli ultimi tempi frequentavano il locale, spesso provenienti da altri contesti, dove per le stesse ragioni si sono già verificati cambi di gestione o chiusure, hanno dimostrato di non rispettare alcuna regola di educazione o comportamento civile. Tristano ha fatto tutto il possibile prima di arrivare a questa decisione: ha assunto steward, aumentato la sicurezza privata, richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Ha tentato in ogni modo di arginare una degenerazione che però è sempre più difficile da contenere. Ma un locale aperto è una luce accesa sulla città. È presidio sociale, è controllo informale del territorio. È lavoro, è vita».

E poi un accenno alla querelle che sta imperversando in città. «Ho letto commenti carichi di disprezzo, critiche da parte di persone che, guarda caso, da giovani sono passati tutti da lì. È forse una colpa - conclude - cercare di lavorare onestamente e dare lavoro ad altri? Il Black Silk sta pagando un prezzo altissimo. Diranno che sono di parte. E lo sono. Ma dalla parte di chi lavora, crea comunità e tiene viva la città».

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