Peccioli, discarica e nuovo impianto altri paletti dalla Regione
Sui progetti di ampliamento del sito di Legoli e ossicombustore chiesti ulteriori documenti e approfondimenti a Belvedere e Novatosc
PECCIOLI. Servono altri documenti prima di procedere con l’esame definitivo dei progetti. La Regione chiede una serie di integrazioni sui due progetti pecciolesi che tengono banco da mesi in Valdera sul fronte dei rifiuti: l’ampliamento della discarica di Legoli (piano presentato da Belvedere Spa) e realizzazione di un ossicombustore (in cabina di regia la newco Novatosc srl, partecipata all’85% da Belvedere e al 15% dalla Oxoco). Una volta raccolti pareri o osservazioni, in vista dei successivi step previsti per l’eventuale rilascio del Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale), la “Direzione Ambiente ed energia – Settore Valutazione impatto ambientale-Valutazione ambientale strategica”, ha scritto ai proponenti, elencando una serie di chiarimenti e approfondimenti che dovranno essere forniti entro un mese. Tutto questo in un contesto complesso, all’interno del quale la discarica di Legoli, allo stato attuale delle cose, dovrebbe chiudere tra poco più di un anno, a fine 2024. Uno scenario che la società che la gestisce vuole scongiurare e che comunque creerebbe non pochi problemi anche alla stessa Regione.
Per quanto riguarda il progetto di ampliamento, dopo la bocciatura da parte della Regione del primo progetto, la Belvedere ne ha presentato un altro, con una volumetria scesa a 4,3 milioni di metri cubi di conferimenti e un taglio alla durata, passata da 25 a 18 anni (14 anni più altri 4 eventuali).
Nel frattempo il consiglio regionale ha adottato il “Piano dei rifiuti”. E proprio sulla base di questo, ora vengono indicate una serie di modifiche e chiarimenti in tema di calcolo dei fabbisogni potenzialmente intercettabili con la realizzazione del progetto per ciascuna tipologia di rifiuto che devono essere «desumibili da una attenta analisi di mercato»; chiede inoltre al proponente «di prevedere la possibilità di poter interrompere i conferimenti e procedere alla copertura finale e ripristino del ambientale del sito, anche prima dei 14 anni indicati nel progetto». Sempre rimanendo sugli aspetti generali relativi alla Valutazione di impatto ambientale, sulla base dei rilievi del “Settore autorizzazioni rifiuti”, Belvedere «dovrà effettuare una profonda e sistematica revisione degli elaborati progettuali di Aia (Autorizzazione integrata ambientale) , presentando una proposta progettuale adeguata al dettaglio di progettazione definitiva».
Integrazioni tecniche, sulla base delle richieste dell’Autorità di bacino e dell’Arpat, dovranno essere fornite anche sul fronte ambientale e acustico. Vengono inoltre richieste controdeduzioni e considerazioni rispetto ai rilievi e alle osservazioni dei vari enti pubblici, compresi quelli del Comune di Palaia che nelle scorse settimane hanno sollevato roventi polemiche tra il primo cittadino palaiese Marco Gherardini («piano-bis mostra le identiche criticità di quello già bocciato») e il presidente della società Silvano Crecchi («da lui ostilità sistematica nei nostri confronti») ; dichiarazione quest’ultima che aveva avuto un ulteriore strascico con botta a risposta tra dieci sindaci schierati pubblicamente al fianco del loro collega e Crecchi che aveva definito la loro «una posizione corporativa».
Un altro “pacchetto” di richieste di integrazioni e chiarimenti riguarda invece l’ossicombustore con tecnologia flamless da 125 milioni di euro, basato su un particolare processo di ossidazione termica mediante una tecnologia di combustione senza fiamma e che riguarda quei rifiuti che attualmente non possono essere recuperati e sono destinati alla discarica; con questa tecnologia, verrebbero prodotte delle palline di vetro per il mercato dell’edilizia, per la produzione di asfalti o terreni drenanti. In questo caso la Direzione ambiente ed energia della Regione Toscana, chiede di trasmettere la documentazione tecnica riguardante le campagne di prova e le prestazioni dell’impianto di Gioia del Colle (Bari), basato sulle stessa tecnologia, oltre a una serie di documenti tecnici in più rispetto a quelli già depositati. Novatosc dovrà inoltre fornire ulteriori specifiche tecniche su una serie di aspetti ambientali (emissioni, suolo, sottosuolo).