Addio don Giovanni, il parroco che ha creato la comunità nel paese di Gello
Un personaggio storico che ha lasciato un segno indelebile in chi lo ha conosciuto
PONTEDERA. È stato il parroco di Gello per tanti anni. Ha battezzato tantissimi abitanti della frazione di Pontedera ricevendo in cambio l’onore che numerosi bambini portassero il suo nome. Un’attestato di stima che va al di là delle parole di circostanza che si dicono quando muore qualcuno. Perché don Giovanni Pomponi per chi ha vissuto nel paese tra 1953 e il 1964 è stato davvero più di un semplice parroco.
Il sacerdote è morto all’età di 96 anni. Era nato a Ponsacco. Sacerdote dal 1951, è stato cappellano a Casciana Terme, poi parroco a Gello e successivamente a Sant’Angelo a Montorso. Era anche Prelato d’onore di Sua Santità e aveva svolto servizio come economo del Seminario (a partire dal 1964) e poi come economo della Diocesi (dal 1987 fino ai primi anni duemila).
Un addio per un monsignore che a Gello ha lasciato il cuore, riuscendo a creare una vera comunità. Fu lui a iniziare la grande tradizione dei campini del paese in accordo con la famiglia Bova. E fu sempre Pomponi a portare il cinema a Gello realizzando una sorta di sala di proiezione nella stanza della parrocchia. E poi fu il primo a organizzare spettacoli di teatro, mentre introdusse l’usanza di portare i giovani al mare per giornate in amicizia e divertimento.
Un vero e proprio personaggio storico di questo luogo nel territorio pontederese che ha lasciato un segno indelebile tra chi lo ha conosciuto, avendolo come parroco. «Alla famiglia – dicono dalla Diocesi – il sincero cordoglio per la morte del caro monsignor Giovanni e la preghiera che nasce dalla speranza della Pasqua del Cristo, crocifisso e risorto».
Don Simone Meini ha scritto: «Don Giovanni sei passato da Gello e mai lo hai dimenticato e sempre te lo sei ricordato. Anch’io ne vado fiero “sono di Gello” e fiero di persone semplici come te. Don Giovanni Pomponi cammina incontro a Dio e la banda suonerà per il tuo ingresso nel Regno di Dio e la vita eterna che hai annunciato con la tua vita. Grazie del tuo ministero, del tuo presbiterato in obbedienza alla Chiesa, con amore per la Chiesa e se anche questo giorno “piange” sta per arrivare il giorno della festa. Ciao Dadù!».
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