Il Tirreno

Pistoia

Il caso

Giostra dell'Orso e polemiche: la partenza irregolare, la decisione dei giudici, le proteste. Dolfi: «Voglio dimettermi»

di Giancarlo Fioretti

	I festeggiamenti del Cervo bianco, la protesta di Luca Sandroni (Cervo bianco) e Fabio Dolfi col sindaco Alessandro Tomasi
I festeggiamenti del Cervo bianco, la protesta di Luca Sandroni (Cervo bianco) e Fabio Dolfi col sindaco Alessandro Tomasi

Pistoia, il presidente del Comitato cittadino: «Deluso dalla reazione dei rionali. Un giudice ha commesso un errore, ma reagire così non è ammesso»

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PISTOIA. Le annunciate dimissioni di Fabio Dolfi da presidente del comitato cittadino dei rioni stanno trasformando l'edizione appena conclusa della Giostra dell'Orso in una vera e propria giostra dei veleni.

«A dicembre quando avrò rendicontato il bilancio – ha detto Dolfi – sto valutando l'ipotesi di consegnare la mia lettera di dimissioni al sindaco. Sono intenzionato a farlo perché non si possono più tollerare le intemperanze che sono avvenute con la giuria dopo la quinta tornata». A rendere incandescente la situazione è quanto accaduto alla quinta uscita dei cavalli in piazza, quando a sfidarsi erano Simone Gianni per il Leon d'oro e Marco Innocenti per il Cervo bianco. «Per la prima volta in assoluto – afferma Dolfi – è successo che un giudice abbia commesso un errore, non rendendosi conto che il cavaliere del Cervo bianco era partito prima del dovuto. Inizialmente la giuria si era attenuta al punteggio emerso dalla tornata, assegnando due punti per parte. Visionando però le immagini, è emersa subito l'irregolarità e i giudici hanno deciso di attribuire tre punti al Leon d'oro e nessuno al Cervo bianco». Quanto stabilito dalla giuria non è stato però affatto digerito dallo staff biancoverde. «Alcuni di loro – continua Dolfi – sono saliti nella postazione riservata alla giuria, inscenando un vero e proprio pandemonio. Per arginare le loro intemperanze sono stato costretto a chiedere l'intervento dei carabinieri».

In quei momenti concitati anche il sindaco Alessandro Tomasi è accorso sul posto per riportare la calma. «La giuria – ha aggiunto il presidente del comitato ha poi fatto marcia indietro, ritenendo inopportuno penalizzare un intero rione per un errore del solo cavaliere. Dopo aver proposto la ripetizione della carriera, non accettata però dal Leon d'oro, alla fine è stato deciso di assegnare due punti a entrambi i rioni, penalizzando però di un punto il cavaliere biancoverde Marco Innocenti ai fini della classifica dello Speron d'oro».

Strascico polemico a parte, quella di venerdì è stata la quarta vittoria consecutiva dei biancoverdi di Porta Lucchese. «Adesso il poker è servito – ha detto con le lacrime agli occhi il presidente del Cervo bianco Alessandro Giannini – e sin da subito inizieremo a prepararci per mettere in fila una clamorosa cinquina. Questa è stata una vittoria molto sofferta perché il livello di tutti i rioni si è alzato; chi è venuto in piazza stasera, non rimpiangerà certo il costo del biglietto».

Amaro in bocca invece per il presidente del Grifone Massimilano Di Niso Bucci, la cui amazzoni sono giunte a soli due punti dal rione vincitore. «Ci consoliamo con la vittoria dello Speron d'oro da parte di Ilaria Signorini – dice – ma questo non basta a mitigare la nostra delusione. Purtroppo nella giostra gli errori si pagano. Sta a noi adesso farne tesoro».

Soddisfatto per il buon andamento del suo rione poi il presidente del Drago Luca Franncesconi. «Rispetto allo scorso anno abbiamo fatto una giostra bellissima – afferma – e questo malgrado la sostituzione all'ultimo momento della cavalla Care Sese con cui sarebbe dovuto scendere in pista Aurelio Nencini, che quindi ha dovuto montare Zio Jo, un esemplare di 10 anni. Come padre sono poi soddisfatto per la prova di mio figlio Niccolò, che ha totalizzato alla fine 7 punti».

Ultimo ma non deluso il presidente del Leon d'oro Alessandro Berni. «L'episodio della quinta tornata – afferma – ci ha forse tolto un briciolo di concentrazione ma non me la sento di ingigantirlo, è nato solo dal'errore di un giudice. Noi avevamo messo in pista cavalli alla loro prima esperienza e anche gran parte dei nostri cavalieri e delle nostre amazzoni sono giovanissimi. Il futuro non potrà che darci quelle soddisfazioni che i nostri rionali meritano».

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