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Vicofaro, il vescovo “sfiducia” don Biancalani. Il parroco: «Mi meraviglio»


	Fausto Tardelli e don Massimo Biancalani
Fausto Tardelli e don Massimo Biancalani

Fausto Tardelli prende le distanze dal comunicato del prete contro lo “sgombero”. Biancalani chiarisce: «Mi riferivo all’ordinanza del sindaco»

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PISTOIA. C’è stato un fraintendimento. Nell’annunciare il presidio contro lo “sgombero” della parrocchia di Vicofaro, don Massimo Biancalani non si riferiva all’iniziativa di ricollocamento dei migranti ospiti della parrocchia portata avanti con la Diocesi, ma all’esecuzione dell’ordinanza (di sgombero appunto) emessa dal sindaco Alessandro Tomasi e notificata al parroco lo scorso 6 giugno. Lo chiarisce lo stesso Biancalani in una nota di risposta alle parole del vescovo Fausto Tardelli, che stamani (mercoledì 25 giugno) ha preso le distanze in maniera netta e assoluta dall’espressione "sgombero” utilizzata dal parroco di Santa Maria Maggiore.

Il vescovo

«A Vicofaro la situazione igienico sanitaria non permette più un’accoglienza dignitosa, umana e in sicurezza delle persone. Per questo la Diocesi - aveva sottolineato stamani Tardelli - per spirito umanitario ed evangelico, con l’appoggio della Caritas italiana e l’aiuto in particolare di quella di Firenze, ha preparato strutture alternative dove i ragazzi possono essere accolti, custoditi e accompagnati verso processi di integrazione e promozione umana». Oltretutto il ricollocamento è necessario anche per i lavori di messa in sicurezza e adeguamento antincendio della parrocchia. «La maggior parte di loro (i migranti ospiti di don Massimo, ndr) ha già, volontariamente, aderito agli spostamenti che saranno effettuati in libertà e serenità. Per questo prendiamo le distanze in maniera netta e assoluta contro il comunicato di don Massimo Biancalani e contro quello che lui chiama “sgombero”» aveva tuonato il vescovo.

La risposta di Biancalani

«Intendo manifestare la mia meraviglia di fronte a queste parole (del vescovo Tardelli, ndr), il mio comunicato non si riferisce all’iniziativa di ricollocamento che io stesso ho promosso e che sto portando avanti in collaborazione con altre realtà. Le mie parole riferiscono invece all’annuncio di uno sgombero forzato imminente da parte delle forze dell’ordine, che è stato esplicitamente preannunciato dai cartelli apposti in piazza della chiesa e nelle vie limitrofe». A questo proposito il parroco ha convocato una conferenza stampa per oggi alle 15,30 alla presenza dei suoi avvocati Fausto Malucchi ed Elena Baldi, per spiegare i motivi del ricorso contro l’ordinanza del sindaco.

«Voglio precisare – va avanti Biancalani – che la mia unica preoccupazione di parroco è che tutta l’operazione sia realizzata nei tempi, in modi rispettosi della dignità, delle esigenze delle persone, molte delle quali presentano gravi fragilità. Vorrei evitare che questi giovani migranti che hanno già alle spalle un iter di grande sofferenza siano trasferiti senza dare loro delle certezze sul proprio futuro, in particolare mi preoccupa che qualcuno, come recentemente già accaduto, possa essere destinato a un Cpr (Centro di permanenza e rimpatrio), veri e propri lager: sorte toccata in queste settimane a ben 12 nostri ospiti. Siamo consapevoli delle criticità presenti ma queste si devono risolvere non chiudendo Vicofaro ma estendendo questa esperienza di accoglienza di bassa soglia. Così, con una esperienza diffusa su altre province con numeri più contenuti, Vicofaro può continuare ad operare in condizioni di minore pressione e maggiore sicurezza».

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