Il direttore del Pronto soccorso: «Alcol, sempre più giovani in ospedale nel weekend»
Il dottore: «La situazione non è allarmante al momento meno d’una decina di pazienti in tutto il weekend, però è necessario metterli in guardia e coinvolgere le famiglie»
PISTOIA. Non è considerato un peccato da cui nascondersi, ma un modo per disinibirsi: ubriacarsi è la strada più facile. Sul tema medico e sociale dell’alcolismo fra i giovani raccogliamo il pensiero di Mirco Donati, direttore del Pronto soccorso all’ospedale di Pistoia. «La situazione non è allarmante al momento – afferma – meno d’una decina di pazienti in tutto il weekend, però è necessario metterli in guardia e coinvolgere le famiglie. Anche a Pistoia e provincia - come sul territorio nazionale - la consuetudine della “ragazzata” assume dimensioni maggiori durante l’estate e i fine settimana».
Ma il fenomeno dell’alcolismo acuto fra i giovani c’era anche prima. Cosa è cambiato nella società di oggi?
«È cambiata la percentuale di diffusione del fenomeno sulla popolazione totale, c’è un aumento delle persone che bevono in modo routinario nelle fasce di età medie e soprattutto è aumentata la percentuale di persone che bevono fra i giovani, in particolare bere alcolici e ubriacarsi è diventato un modus vivendi e non è considerato un peccato da nascondere ma un modo per disinibirsi. Ubriacarsi è diventata la strada più facile per stare insieme assumendo comportamenti forzatamente disinibiti. A fronte di tutto questo è necessario mettere in guardia le giovani generazioni Rendendoli consapevoli sui danni dell’alcool».
La percentuale di accessi al Pronto soccorso è diversa fra ragazzi e ragazze?
«Direi che non c’è una reale differenza di genere fra gli intossicati da alcool, sicuramente gli alcolisti cronici abituali sono maggiormente di sesso maschile, mentre tra i giovani le intossicazioni sono con distribuzione più o meno uguale fra i due sessi».
L’assunzione massiccia di alcool che provoca coma etilico è solo per assunzione alcoolica o mischiata ad altre sostanze?
«Attualmente il paziente che arriva in coma etilico ha spesso assunto contemporaneamente altre sostanze stupefacenti fra le quali le più frequenti sono la cocaina e i cannabinoidi/Thc».
Una volta dimesso dal Pronto soccorso, la persona viene accompagnata in un percorso psicologico da parte dell’Asl oppure è “abbandonata” a sé stessa?
«Per i pazienti cronici vi è un percorso aziendale che prende in carico i pazienti con tossicodipendenza da alcool o da sostanze stupefacenti attraverso gli ambulatori del Sert dove è presente un medico tossicologo che inquadra il paziente e con l’aiuto della psichiatria crea dei percorso ad hoc di riabilitazione. Nell’abuso alcolico episodico che finisce in Pronto soccorso per aver esagerato con l’alcool si tenta di riaffidare i pazienti al contorno familiare, cercando di fare capire che non è normale finire in ospedale per un problema di alcolismo e concordando insieme il percorso psicologico da seguire.
L’assunzione è legata ai superalcoolici, grappa, wodka o vino, aperitivi e birra?
«Spesso l’assunzione è mista; fra i giovani al momento vanno molto i superalcolici che vengono assunti all’interno di cocktail spesso miscelati con bevande zuccherate, frutta e ghiaccio che in parte nascondono la pericolosità del superalcolico. Ma i danni sull’organismo sono gli stessi e sono mascherati dal ghiaccio e dallo zucchero con cui vengono serviti».
Cosa suggerisce ai genitori?
«I consigli, sono di stimolare i propri figli a fare sport, camminare, stare all’aria aperta, in modo tale da stancarsi di giorno e la sera essere pronti a riposare e non riuscire a fare le 7 o le 8 del mattino, che non è un orario normale in cui un essere umano va a dormire, a parte che non lavori in un Pronto soccorso. Infine va consigliato di non mettersi mai alla giuda di un mezzo se si è bevuto o si è ubriachi, e non accettare mai di salire in auto con qualcuno che ha bevuto troppo».