Da tappezziere disoccupato a designer per cani e gatti

di Alessandra Tuci
Da tappezziere disoccupato a designer per cani e gatti

Cucce personalizzate, ma anche divani, cappotti, paraorecchie e sacchi-nanna La scommessa vincente di un giovane imprenditore reinventatosi per passione

04 marzo 2014
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QUARRATA. Perdere il lavoro è disarmante, ma c’è chi non si scoraggia e si inventa un proprio mestiere. Massimo Scatizzi, 39 anni, di Quarrata, ha lavorato nel settore del mobile tappezzato per vent’anni, poi l’azienda è fallita nel 2009 e lui si è trovato senza lavoro, appena sposato. Dopo essere rimasto con le mani in mano, non sapendo cosa fare, ha deciso di “reinventarsi” cominciando a fabbricare cucce per cani e gatti personalizzate, con colori, forme, dimensioni a piacimento del cliente.

Ma non solo cucce, anche divani, cappotti, borse, impermeabili, plaid, accappatoi, “sacchi-nanna” per chihuahua anche, copri-sedili in cordura per auto e para-orecchie (molto richieste ma difficili da trovare) per cocker.

“Bau-barù” è il nome della sua piccola azienda, in cui lui fa tutto da sé: disegna i modelli, acquista il materiale e fabbrica tutto su misura. Il nome è un gioco di parole tra bau, il verso del cane, e barù, dal suo amico a quattro zampe che si chiama Bruce.

«L’idea è nata per caso – racconta Massimo Scatizzi – qualche anno fa Bruce ha subito un intervento all’ernia ed aveva bisogno di un materassino ortopedico: così ho creato per lui un materasso in mamory, con le tutte le caratteristiche del caso, più alto davanti e più basso dietro, molto confortevole. Da quel giorno gli amici che lo vedevano mi chiedevano di farne uno anche per i loro animali, e da lì è cominciato tutto. L’esperienza come tappezziere è stata fondamentale ovviamente e, dato che è un mestiere non più richiesto, l’ho “riadattato” ai nostri compagni pelosi».

La grande passione per gli animali che ha sempre avuto lo ha ispirato nella creazione di cucce e divanetti di ogni tipo, con cui divertirsi e impiegare il tempo.

«Dopo un po’ – continua – mi sono chiesto: visti i risultati positivi, sarà il caso di farne un vero e proprio lavoro? Dal divertimento è nato questo mestiere. Ho aperto una partita iva ed ho cominciato a farmi conoscere, attraverso passa-parola e andando per i vari negozi di animali».

La fortuna aiuta gli audaci ed in questo caso è andata proprio così. Il trampolino di lancio sono state la Fiera internazionale e la Fiera amatoriale di Prato, con le quali Massimo Scatizzi si è fatto conoscere: ora le sue creazioni sono vendute al “Regno animale” di Pistoia, al “Greenhouse” di Barba, e poi a Firenze, Bologna, Milano, Lastra a Signa, Sesto fiorentino, Montemurlo, Viareggio, Forte dei Marmi.

«Ho 5 fornitori a Prato dai quali scelgo i tessuti ed ultimamente anche un’azienda francese. Vado controcorrente ai negozi di animali perché utilizzo tessuti artigianali pregiati da arredamento, con i quali si fabbricano divani, coperte, coprimaterassi, tende. Il tutto è fatto interamente a mano e le cucce sono sfoderabili».

Nessuna nostalgia dunque per il lavoro svolto per vent’anni?

«No, assolutamente. Stare a contatto con gli animali per me è la cosa più bella e mi riempie di gioia. E poi, alla fine, è il lavoro di sempre, solo che adesso lo faccio per i cani. Quando creo una cuccia mi immedesimo nell’animale, cerco di imbottirla il più possibile affinchè l’animale stia bene. Io sono un cane» dice sorridendo Massimo Scatizzi.

Tanta passione, in primis, ma anche spirito di adattamento, capacità di unire l’utile al dilettevole, bravura nel saper “creare” cose nuove, attrarre i clienti con qualcosa che risalti all’occhio. «In una realtà dove anche per l’animale non manca niente, cerco la novità, la sorpresa. L’ambizione più grande sarebbe andare alla fiera del pet di Norimberga» conclude il 39enne imprenditore quarratino, che adesso punta ad esportare anche all’estero le sue creazioni.

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