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Pisa, l’A... poteosi è dietro l’angolo ma restando nel solco di Peale

di David Biuzzi

	La gioia nerazzurra dopo il gol di Tramoni a Brescia
La gioia nerazzurra dopo il gol di Tramoni a Brescia

Ecco perché non è ancora il momento di desistere

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Norman Vincent Peale, pastore protestante e scrittore americano che è annoverato e ricordato tra i promotori della teoria del pensiero positivo, diceva che il codardo non comincia mai, il fallito non termina mai e il vincitore non desiste mai.

Un solco che il Pisa ha seguito e che deve continuare a seguire. Lo ha fatto una manciata di settimane fa, mica una vita, quando in rapisa successione ha perso gli scontri d’alta quota in casa del Sassuolo o dello Spezia. Due partite non giocate male, anzi, ma perse. È stato il momento difficile che durante un cammino lungo e tortuoso come quello della Serie B prima e o poi arriva. Gestirlo o nel modo giusto o in quello sbagliato, però, fa tutta la differenza del mondo. E la truppa di Pippo Inzaghi, lo dice la realtà dei fatti, lo ha fatto nel migliore dei modi. Continuando a pensare positivo e, proprio come nella hit di Jovanotti, a essere vivo. Vivo e vincente. Così ora può giocarsi non il match point ma un match point. L’apoteosi, termine di origine greca che alle lettera significa l’assunzione al cielo di un mortale ovvero la deificazione, è dietro l’angolo, a portata di mano. A.. poteosi, nel nel caso del Pisa. Un’enormità considerata l’attesa ma anche la posta che c’è in palio.

Per questo, anche per questo, non è ancora il momento di lasciarsi andare. Come detto manca poco, pochissimo, ma quel poco va comunque fatto. E sarebbe sbagliato pensare che sia scontato. Intanto bisogna ricordarsi che non dipende tutto e solo dal Pisa, perché se alla fine delle gare di giovedì il vantaggio sullo Spezia sarà ancora di 9 punti, la certificazione della matematica non ci sarà ancora. Ma soprattutto ora di fronte c’è un ostacolo che si chiama Frosinone e che va affrontato al massimo. Non ha vissuto la stagione che sperava, è vero, ma dodici mesi fa di questi tempi si giocava la salvezza al piano superiore, poi persa in extremis, e in avvio di stagione non era considerata da molti inferiore ai nerazzurri. Il campionato, ok, ha detto che lo è, perché 30 punti di differenza non sono certo una sciocchezza. Ma il rendimento recente dice che quella ciociare è una squadra vera, che con l’avvento di Bianco in panchina (terzo allenatore della stagione) ha trovato punti, gioco, identità. Servirà ancora il miglior Pisa, insomma, servirà ancora Pisa con la spinta che solo un popolo innamorato e appassionato come quello nerazzurro sa e può dare.

Ripetere il copione interpretato Brescia potrebbe non bastare, perché probabilmente il Frosinone ha e vale qualcosa di più, ma è comunque indispensabile. Ecco perché la lezione di Peale vale oggi più che mai. Il vincitore, infatti non desiste mai e per esserlo, vincitore, il Pisa deve continuare a non desistere. 

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