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Calcio: Serie B

Occhio Pisa, il Cosenza è un lupo ferito: nel girone di ritorno i rossoblù hanno cambiato marcia

di David Biuzzi

	Il presidente del Cosenza, Eugenio Guarascio, a sinistra, a colloquio con quello del Pisa, Giuseppe Corrado (Foto Muzzi)
Il presidente del Cosenza, Eugenio Guarascio, a sinistra, a colloquio con quello del Pisa, Giuseppe Corrado (Foto Muzzi)

I calabresi restano in zona playout ma da diverse settimane hanno iniziato a fare punti, soprattutto nelle gare casalinghe: e stanno spuntando talent interessanti

31 marzo 2023
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PISA. Raddrizzare lo schienale e allacciarsi le cinture; signore e signori si parte. O meglio parte l’ultimo spicchio del campionato di Serie B edizione 2022/2023. Quello che deciderà molto, quasi tutto.

Un mini-torneo di otto finali in cui il Pisa dovrà certificare l’accesso ai playoff, costruito con una grande rimonta, e ritagliarsi il miglior posto possibile nella griglia degli spareggi. I primi due posti, quelli del decollo diretto con destinazione paradiso, oggi sono troppi distanti per farci un pensierino, ma prendersi il massimo sempre è d’obbligo. O almeno lo è tentare di farlo. A cominciare dall’inizio e cioè dalla trasferta di sabato 1 aprile (inizio alle 14) a Cosenza. Che banale non lo è per niente. Anzi, è molto più scomoda e insidiosa di quanto non indichi un rapido sguardo alla classifica. I silani, infatti, sono quart’ultimi in classifica ma anche e soprattutto in fase di risalita. Il dato più significativo, in questo senso, è quello relativo al parziale del girone di ritorno: il Pisa finora ha messo insieme 16 punti (con 4 vittorie, altrettanti pareggi e 3 sconfitte), il Cosenza 15 (4 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte).

Siamo lì, insomma. Per mantenere le antenne (dell’attenzione) dritte, poi, c’è il rendimento interno dei rossoblù che dall’inizio del 2023 al San Vito-Marulla hanno già bastonato Parma, Reggina e Spal pareggiando con Benevento e, a reti bianche, con Ternana e SudTirol; in totale 5 gol fatti e 2 incassati. Prima della sosta, poi, la vittoria di lusso in casa del Frosinone prime dello classe. Insomma non è la squadra superata agilmente all’andata: era lo scorso novembre, il tecnico William Viali era al debutto dopo aver sostituito Dionigi e andò a sbattere contro la doppietta di Morutan e lo squillo di Masucci. Di D’Urso, nel finale, il punto del definitivo 3-1.

Ma, come detto, era un altro Cosenza. Anche perché il motore della rinascita dei calabresi è rappresentato soprattutto dai giovani. Stanno emergendo, infatti, elementi niente male. Come Marco Brescianini, autore dei gol decisivi con Spal e Frosinone (uno più bello dell’altro) e protagonista di prestazioni di ottimo livello. O il talento Aldo Florenzi, un calciatore che spesso risulta sostanzialmente imprendibile. E ancora Marco Nasti, che ha fame di gol, solo parzialmente saziata contro la Reggina. Un 2000, un 2002 e un 2003: il Cosenza punta molto su questi giovani per costruire l’impresa. D’altra parte non stupisce che a metterli insieme sia stato un direttore sportivo come Roberto Gemmi, che già nella sua fortunata esperienza pisana ha (ampiamente) dimostrato di avere l’occhio lungo (non a caso, per dire, a lui si deve l’arrivo in nerazzurro del condottiero Luca D’Angelo).

Occhio al Cosenza, dunque, e anche ai suoi tifosi visto che i gruppi ultras della Curva Nord hanno deciso di tornare a seguire la squadra da domani e nelle restanti partite casalinghe (fatta salva la contestazione al presidente Eugenio Guarascio). In questo contesto, poi, c’è anche la lezione che arriva da un passato tutt’altro che remoto: nel giugno scorso l’1-1 dell’Arena di fatto costò la possibile promozione diretta (la successiva vittoria a Frosinone avrebbe regalato il secondo posto) e anche il grave infortunio di capitan Antonio Caracciolo, tornato a guidare la difesa solo da gennaio. Insomma, guai a sottovalutare il Cosenza.


 

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