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Pisa, violenta una donna e tenta di ucciderla: chiesta una maxi condanna

di Pietro Barghigiani
Pisa, violenta una donna e tenta di ucciderla: chiesta una maxi condanna

La 33enne picchiata con una furia selvaggia e poi violentata da svenuta dopo una stretta al collo che ne aveva messo a rischio la vita

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PISA. Un inferno da cui si è salvata per miracolo. Picchiata con una furia selvaggia e poi violentata da svenuta dopo una stretta al collo che ne aveva messo a rischio la vita.

Era la notte tra il primo e il due febbraio quando una 33enne della Valdera venne trasformata in un bersaglio su cui sfogare una rabbia assoluta e in uno strumento di piacere bestiale a sua insaputa. E senza possibilità di difendersi.

Accusato di tentato omicidio aggravato e violenza sessuale, a carico di un operaio romeno, residente a Taranto, ieri mattina il pm Flavia Alemi ha chiesto una condanna a 14 anni e 8 mesi.

È un processo che si svolge con rito abbreviato davanti al gup Giuseppe Laghezza quello che nasce dall’arresto della squadra mobile dopo il racconto della vittima e i riscontri acquisiti in un appartamento in via Vespucci. Una sequenza di prove con una testimonianza inequivocabile in un giudizio che si chiuderà a breve.

Le accuse

Ionel Ionascu, 41 anni, è in carcere da quasi un anno a Taranto per le accuse da cui deve difendersi con l’avvocato Giuseppe Risola.

Ora è imputato (pubblichiamo le generalità perché non riconducibili alla parte offesa, ndr) per aver cercato di uccidere e abusato, dopo averla stordita con un soffocamento brutale, una donna conosciuta in un bar zona stazione. Nel processo la donna si è costituita parte civile con l’avvocato Ottavio Bonaccorsi.

L’incontro

L’uomo era arrivato a Pisa nel gennaio 2022 per un lavoro occasionale come operaio. Dopo la notte di follia era sparito lasciando tracce e segni da cui non poteva fuggire.

Le indagini erano partite dopo la denuncia della donna ricoverata in prognosi riservata con mandibola e dieci costole fratturate, naso rotto e un importante pneumotorace traumatico.

Massacrata di botte per un rapporto sessuale negato dopo un approccio di reciproco interesse avvenuto poco prima in centro.

L’aggressione

La notte di orrore era iniziata con calci e pugni a volto e torace. Poi aveva cercato di strozzarla fino a farla svenire. E dopo, completamente indifesa, aveva subìto una violenza completa.

Quella ferocia inaudita si era stemperata con il passare delle ore.

Al risveglio, la mattina, dopo aver ripreso i sensi, la 33enne si era ritrovata nel letto l’aguzzino al suo fianco. Lo implorava di riaccompagnarla a casa della propria famiglia promettendogli che non lo avrebbe denunciato. Un barlume di umanità convinse il romeno ad ascoltare la donna che aveva quasi ammazzato. La fece salire in auto e la portò a casa in Valdera. Poi se ne andò, lontano da Pisa.

Richiesta di aiuto

La donna chiese aiuto e il personale del 118 vedendola in quella condizioni la trasferì d’urgenza in ospedale a Pontedera. E da lì partirono le indagini dopo aver sentito la paziente e acquisito un referto sanitario da brividi.

Le tracce

Nell’appartamento vennero repertate tracce di sangue e sempre nella camera i poliziotti trovarono alcuni effetti personali ritenuti riconducibili al romeno che fu arrestato a Taranto.

Ieri era presente in aula. La sua vittima no. Ancora non riesce a guardare in faccia il suo aguzzino.


 

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