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Inferno Monte Serra

Monte Serra, fermato il presunto piromane di Calci: è un volontario della protezione civile

Sabrina Chiellini
Giacomo Franceschi in una foto da Facebook
Giacomo Franceschi in una foto da Facebook

37 anni è in stato di fermo nel carcere don Bosco di Pisa. L’uomo sarebbe ritenuto dagli inquirenti il responsabile del rogo che nel mese di settembre devastò i boschi dei monti pisani: "Io non c'entro nulla", fa sapere tramite il suo avvocato

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PISA. Svolta nelle indagini sull'incendio che ha devastato il Monte Serra. C'è un fermo di polizia giudiziaria nei confronti di un volontario della protezione civile.

CHI È IL PRESUNTO PIROMANE

Si tratta di Giacomo Franceschi, 37 anni di Calci, volontario dell'antincendio boschivo che da alcune ore si trova nel carcere Don Bosco di Pisa in stato di fermo. L’uomo sarebbe ritenuto dagli inquirenti il responsabile del rogo che nel mese di settembre devastò i boschi del Serra, causando danni ingentissimi. Per ora gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sull'operazione e non è ancora chiaro il movente che avrebbe spinto l'uomo ad appiccare le fiamme, pertanto proseguono gli accertamenti. Secondo le indagini ha partecipato a fasi delle operazioni di spegnimento dell'incendio. Giovedì 20 è fissata l'udienza di convalida del fermo.

Non è la prima volta nel Pisano: era già successo nel 2013 nel comune di Santa Maria a Monte, con un volontario di un'associazione che ha patteggiato la pena.

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IL VOLONTARIO: "NON C'ENTRO NIENTE"

"Io con l'incendio del Monte Serra non c'entro. Quella sera ero lì per controllare che tutto fosse a posto, dopo la diramazione dell'allerta meteo per il vento forte". È questa in estrema la difesa di Franceschi riferita all'Ansa dal suo avvocato, Sandro Orrù. "Il mio assistito - spiega ancora l'avvocato - ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero, con estrema calma e fornendo tutte le spiegazioni necessarie". Secondo il legale i carabinieri sarebbero risaliti a lui "al culmine di un'indagine minuziosa, fondata per lo più sulle sommarie informazioni raccolte tra i volontari dell'antincendio boschivo, comprese quelle del mio assistito, e tra le persone residenti sul territorio. Tuttavia Franceschi ha sempre ribadito agli investigatori di non avere alcuna responsabilità per l'incendio che ha devastato il Serra".

Il volontario, ha spiegato l'avvocato difensore, ha "ammesso di essere andato lungo le strade del Monte la sera del 24 settembre per controllare possibili rami pericolanti o altre situazioni di pericolo derivanti dal forte vento che imperversava in quelle ore e che purtroppo ha poi alimentato le fiamme". "Tuttavia Franceschi - conclude il legale - ha spiegato di non avere alcuna responsabilità su quanto accaduto e la procura non ha esplicitato gli indizi che ha in mano visto e coi quali al termine dell'interrogatorio ha deciso di sottoporlo a fermo".

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(Qui l'intervista integrale pubblicata sul Tirreno)

COME SI È SVOLTA L'INCHIESTA

L’inchiesta è stata seguita in prima persona dal procuratore capo Alessandro Crini insieme ai carabinieri Forestali, ai carabinieri del comando provinciale di Pisa. Nei giorni successivi al rogo il magistrato riunì nel suo ufficio il gruppo di lavoro istituito per lavorare sul caso del piromane. I carabinieri forestali con il nucleo investigativo dell’Arma si sono impegnati senza sosta nella verifica di spunti e segnalazioni che cominciano ad arrivare.

Lo sforzo investigativo ha fatto tesoro della conoscenza del territorio e di certe dinamiche legate al fenomeno degli incendi che appartiene alla forestale. Sono stati passati in rassegna nomi e situazioni di chi ha precedenti da piromane e chi, una volta finanziata la bonifica dei terreni, magari potrebbe avere un’utilità nell’aggiudicarsi i lavori di recupero delle aree. Di qui la decisione di iniziare con una rosa di nomi ritenuti sospetti da monitorare nelle conversazioni telefoniche per cogliere una frase, un’incertezza o un riferimento capaci di dare contenuti probatori all’inchiesta.

INFERNO MONTE SERRA: LO SPECIALE DE IL TIRRENO

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I VOLONTARI TOSCANI: "AUSPICHIAMO LA GIUSTA PENA"

"Desideriamo portare a conoscenza di tutti l'amarezza e il dispiacere dei 4.500 volontari e delle 13 associazioni appartenenti al Coordinamento volontariato Toscano in merito alla notizia che il presunto responsabile del grave incendio del Monte Serra un volontario di un'associazione locale". Inizia così la nota scritta da Gabriele Salvadori, presidente del coordinamento." Pur ritenendo che fino a che non si giungerà ad una conclusione definitiva delle indagini e alla eventuale relativa condanna nessuno da considerarsi colpevole, abbiamo la massima fiducia nel lavoro svolto dagli inquirenti e auspichiamo la giusta punizione per chi siè reso protagonista di un simile atto". 

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