Il Tirreno

Pisa

i "barbari" dell'enduro

Agenti travolti dalle moto: «Far west sui Monti Pisani»

di Mario Neri
Agenti travolti dalle moto: «Far west sui Monti Pisani»

Allarme della Guardia Forestale: «Hanno scambiato i boschi per un circuito da cross, devastati i sentieri e fauna a rischio». Clima di tensione: appesi cavi d’acciaio agli alberi

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PISA. Ruote, squali. Marmitte, tuoni. «A volte non riesco neppure a capire come facciano. Non solo devastano tutto, ma rischiano la vita loro stessi. Corrono, corrono come matti fra gli alberi, a tutta birra fra le rocce, balzano fra gli spuntoni di rami, sui crinali stretti un metro. Potrebbero ritrovarsi appiccicati a un pino o volare giù da un dirupo».

Ma niente. I ragazzi dell'enduro non si fermano mai. Motociclisti come pirati rupestri. Si arrampicano fin quassù percorrendo l'antica Calcesana oppure rombando sulle mulattiere, salendo dal versante pisano o da quello lucchese, da Vorno e Sant'Andrea di Compito, da Calci o Ripafratta. Una volta giunte sui passi, le moto scorrazzano sui sentieri, nei boschi, solcano i tracciati più belli come giganteschi uncini infilzati nella terra. «E da mesi sono una vera emergenza per la tutela del paesaggio e dell'ecosistema di queste montagne. Le hanno scambiate per un circuito da cross», dice Davide Ciccarelli, vicecomandante della Forestale in provincia di Pisa. Ormai è un’invasione. Cai, ambientalisti, guide: non c'è associazione o ente che non abbia lanciato un allarme sui "nuovi barbari" dei Monti Pisani.

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Domenica scorsa così la Forestale ha provato a fermarli. Il ritrovo qui, Campo di Croce, all’ombra del boschetto di cedri. Schierati gli agenti del nucleo investigativo. Sei in tutto, tre squadre. «Eravamo lì all'alba - dice il vicecomandante - camuffati da semplici escursionisti, noi». Scarpe da trekking, bastoni, un maglione. Loro, invece, una ventina. Bikers, soldati del fuoristrada. Bardati con le tute da corsa, gli stivali, le protezioni ai gomiti, alla schiena e le GoPro installate sui caschi. Perché i barbari filmano tutto, non c'è scorreria che non finisca su YouTube. Gruppi Facebook chiusi su cui organizzare le spedizioni, chat per passarsi le soffiate sulla presenza delle forze dell’ordine. «Sono arrivati alle 10.30 circa da una strada percorribile. Ma poi si sono divisi. E così noi: chi si è diretto verso il Monte Faeta, chi alla Bisantola, chi a Sant'Allago. Ed erano già tutti senza targa. È una strategia. Oltrepassano i paesi e, una volta arrivati sullo sterrato, le smontano e le nascondono negli zaini. Da lì in poi hanno a disposizione 40 chilometri di crinale». Ripafratta-Verruca, una traversata a due ruote, la corsa di chi sulla legge ci sgomma. «Dal sentiero 00 poi imboccano tutti gli altri percorsi del Cai. E questo diventa il loro Far West».

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Da tempo le guide del Club alpino italiano fotografano ciò che resta del passaggio delle moto. Solchi, ricolmi di ciottoli, ravaneti di pietre che aumentano di profondità ad ogni temporale. Perché i tacchetti, secondo gli esperti, sono solo l'innesco per un processo di erosione che le piogge completano col tempo. Così moltissimi manutentori-volontari hanno gettato la spugna. «Si sono stufati. Una settimana dopo aver pulito e rimesso a posto un sentiero lo trovano distrutto, come se qualcuno l’avesse scavato con una ruspa». Solo che la frustrazione adesso si sta trasformando in rabbia. Abitanti del luogo, guide e cacciatori sono in guerra. Alcune settimane fa qualcuno ha appeso un cavo d'acciaio fra un albero e l'altro a Cerasomma. Qualche mese prima la stessa cosa era successa fra le sughere e i castagni sopra Agnano, alla Foce Pennecchio. Così i bikers si spostano, si sentono accerchiati, ma non demordono.

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«Domenica tre li abbiamo beccati in flagrante - dice Ciccarelli - Risalivano dal versante lucchese, su un sentiero. Li abbiamo fermati. Io mi sono messo di fronte a uno, le gambe inforcate sulla ruota. Mi sono qualificato e ho chiesto i documenti. La multa sarebbe stata da 172 euro. Non ha proferito parola, sgassava. L'ho anche fotografato col cellulare. “Non fare lo stupido - gli ho detto - rischi grosso se mi passi sopra”. Niente, l'ha fatto, mi ha travolto. E subito dopo un altro mi è passato accanto, prima ha tentato di strapparmi il telefono di mano e poi mi ha rifilato un pugno sullo sterno». Ora rischiano di finire sotto processo per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Solo un episodio, ma segno di un clima fuori giri.

Che sta minacciando la salute di un'area protetta. I Monti Pisani da tempo sono stati dichiarati dall'Ue Zona a protezione speciale e Sito di importanza comunitaria E il frastuono delle moto sta trasformando l'habitat di questa zona. «Non solo lo rende più inospitale per i cinghiali - dice Ciccarelli - ma anche per volpi e alcune specie di uccelli sotto tutela. E se non ci aiutano le autorità, noi abbiamo le armi spuntate».

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