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Inchiesta del ministero sulla relazione di Miccoli

Inchiesta del ministero sulla relazione di Miccoli

Verrà riesaminato il testo presentato dal mago della tiroide per il posto all’Anvur. Roma verificherà se c’è stato il copia e incolla denunciato da un gruppo di docenti

26 febbraio 2016
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PISA. Il testo presentato da Paolo Miccoli per ottenere l’incarico di membro del consiglio direttivo dell’Anvur verrà riesaminato. Il ministero dell’Istruzione avvierà un’inchiesta interna per capire se davvero il professore di chirurgia pisano si sia conquistato il posto all’Agenzia della valutazione dell’università e della ricerca utilizzando il copia e incolla nella relazione presentata al comitato dei saggi che ha vagliato 120 candidature insieme alla sua prima di fornire al ministro Stefania Giannini la rosa da cui scegliere i quattro nuovi componenti nominati a settembre. «Verrà ricontrollato il testo e verificato se davvero, come sostiene l’associazione Roars, si tratti di un caso di un plagio», dice una fonte del Miur al Tirreno.

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Il ministro Giannini ha dato ieri mandato delle verifiche al dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca guidato da Marco Mancini. La carriera di uno dei massimi esperti al mondo di tumore alla tiroide è finita in una bufera di accuse e contro accuse dopo un servizio delle Iene andato in onda martedì sera. A scoprire che dal settembre scorso Miccoli siede nel board di uno degli organi di controllo più importanti del sistema universitario italiano nonostante quel testo riportasse brani non virgolettati e ripresi da quattro fonti mai citate (soprattutto la rivista on line Altalex) è stata Roars, un’associazione di docenti e ricercatori che da anni fa le pulci al Miur, analizza concorsi e procedure di selezione accademiche. «Siamo nati con questa missione, e controllare l’iter di nomina di un organismo così importante c’è sembrato naturale - ha spiegato Giuseppe De Nicolao, professore dell’università di Pavia e membro di Roars.

Nei testi allegati al curriculum, i candidati dovevano esplicitare le linee di indirizzo con cui si proponevano di svolgere l’incarico. «Mettendo alcuni passaggi su Google ci siamo accorti di alcune coincidenze, poi i software che da tempo si utilizzano per scovare le tesi truccate hanno fatto il resto». Dopo aver ricevuto l’incarico ad agosto dal Consiglio dei ministri, la nomina di Miccoli è stata confermata prima dalla commissione cultura al Senato e poi da quella alla Camera. Durante l’audizione parlamentare, il professore ha spiegato di aver tratto i passaggi “incriminati” (nove i sei pagine) da due testi che trattavano proprio di processi di valutazione e di cui aveva curato personalmente la pubblicazione e che in parte aveva scritto. Intervistato dalle Iene, ha ammesso: «Ho sbagliato, avrei dovuto virgolettare». Ora gli ispettori del Miur dovranno capire se quelle frasi possano bastare a costargli il posto. O se invece per Miccoli parli un curriculum ricco di riconoscimenti e successi internazionali.

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