Il Tirreno

Siderurgia

Metinvest a Piombino, i dettagli del progetto e perchè lo chiamano "acciaio green"

di Luca Centini

	Il rendering dello stabilimento
Il rendering dello stabilimento

Emissioni ridotte, tecnologie all’avanguardia: i punti di forza dell’impianto

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PIOMBINO. Il nuovo stabilimento di Metinvest Adria produrrà il primo coil nel 2029. È l’obiettivo messo nero su bianco dal gruppo siderurgico italo-ucraino nella prima delle 26 slide del progetto industriale, presentato in occasione della sottoscrizione dell’accordo di programma del 10 luglio scorso. Uno dei documenti (l’allegato C) consultabili nei siti istituzionali del Comune di Piombino e della Regione Toscana, in attesa dell’assemblea pubblica convocata dal sindaco di Piombino Francesco Ferrari il prossimo 4 agosto. In questa occasione l’amministrazione comunale e l’azienda illustreranno ai cittadini i contenuti dell’intesa che punta alla riconversione industriale del sito e alla contestuale realizzazione del nuovo stabilimento di Ischia di Crociano, che avrà una capacità produttiva di 2,7 milioni di tonnellate annue di acciaio (nastri di acciaio con vari spessori) e per un investimento di 2,5 miliardi euro.

Dalle caratteristiche tecniche dell’impianto, alimentato da due forni elettrici ad arco, alla tipologia di prodotto che si intende produrre a Piombino, fino all’approvvigionamento di materie prime in grado di alimentare il sito produttivo. Sono diversi i dettagli messi in fila nel documento presentato dal gruppo siderurgico in occasione della firma dell’accordo di programma.

L’impianto

Lo stabilimento che Metinvest Adria intende realizzare a Piombino sarà costituito da due forni elettrici ad arco da 190 tonnellate ciascuno, affiancati da un complesso colata/laminazione con una capacità produttiva annua di 2,7 tonnellate di bobine laminate a caldo (HRC), di lastre laminate a caldo (HRS) e di strisce. Altro elemento chiave dell’impianto è costituito da un centro servizi per l'acciaio per la rifinitura avanzata dei prodotti (una linea di decapaggio più tre linee di taglio). Il forno elettrico ad arco realizzato con le tecnologie avanzate di Danieli ridurrà la carbon footprint (impronta di carbonio) e ottimizzerà il consumo di energia mediante un sistema di alimentazione digitalizzato. Fin da quando il gruppo italo-ucriano si è affacciato a Piombino ha annunciato la volontà di realizzare un impianto innovativo e di produrre acciaio green. Un impegno che trova riscontro in alcune cifre snocciolate nelle 26 pagine del progetto presentato in occasione della firma dell’accordo di programma. Eccone alcune: le emissioni di CO2 prodotte dal progetto Adria sono inferiori del 35% rispetto alla media delle acciaierie elettriche in Europa e inferiori del 90% rispetto alla media degli stabilimenti a ciclo integrale. Il progetto contribuirà alla riduzione della carbon footprint del consumo Ue d’acciaio, con un abbattimento di circa 4,5 milioni di tonnellate di emissioni annue di CO2, attualmente generate dall’importazione di bobine laminate a caldo.

Mercato e prodotti

La tecnologia Danieli consentirà di avere una elevata flessibilità di produzione (spessore da 0,8 a 25,4 millimetri, larghezza da 900 a 2.150 millimetri) e una vasta gamma di prodotti in termini di gradi di acciaio e tempi di consegna ridotti. L’obiettivo è soddisfare le esigenze di una platea ampia e variegata di clienti (dal settore delle costruzioni, a quello dell’energia, infrastrutture, elettrodomestici, veicoli industriali fino all’automotive). La strategia del gruppo italo-ucraino è stata più volte delineata: l’Italia importa oltre 6 milioni di tonnellate di coils, provenienti sia dall’Ue che da paesi extraeuropei. La produzione piombinese punta principalmente a colmare questa lacuna nel mercato interno.

Materie prime

Lo stabilimento di Piombino avrà bisogno di tre milioni di tonnellate annue di metalli per alimentare l’impianto fondato sui due forni elettrici ad arco da 2,7 milioni di tonnellate annue. L’idea è quella di articolare l’approvvigionamento ottenendo il 70% delle cariche necessarie dai rottami ferrosi, il 15% in DRI - HBI (preridotto) e un altro 15% in MPI (ghisa).
 

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