Il Tirreno

Il caso

Piombino, multe dell’autovelox, c’è l’esposto alla Corte dei Conti. Il sindaco: «Atto infondato, giuridicamente è una bestemmia»

di Gabriele Buffoni
L'autovelox installato lungo la discesa di viale Unità d’Italia, in ingresso alla città: è in attività dall’aprile del 2023 (foto Paolo Barlettani)
L'autovelox installato lungo la discesa di viale Unità d’Italia, in ingresso alla città: è in attività dall’aprile del 2023 (foto Paolo Barlettani)

A presentarlo l’associazione a difesa dei consumatori Migliore Tutela-Altvelox

27 marzo 2024
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PIOMBINO. Dalle parole si passa ai fatti. O meglio, alle carte bollate. L’associazione a difesa dei consumatori Migliore Tutela-Altvelox ha presentato ieri mattina alla Corte dei Conti della Toscana, alla Procura della Repubblica di Livorno e ai comandi regionale e provinciale della guardia di finanza un esposto «per rilevata supposta violazione di legge» in merito all’autovelox di viale Unità d’Italia a Piombino.

Un’azione scaturita in seguito ai rifiuti ricevuti da parte del Comune di Piombino – che da sempre ha sostenuto la legittimità del rilevatore – a fronte delle richieste di rimborso in autotutela inviate agli uffici comunali attraverso i legali dell’associazione da parte degli automobilisti multati nel corso del 2023. Tutti decisi a vedersi risarcire soldi e punti della patente facendo leva sull’errore di geolocalizzazione riscontrato nel decreto prefettizio che autorizzava l’apparecchio di rilevazione (e riportato di conseguenza anche su tutti i verbali emessi dall’entrata in funzione dell’autovelox, ad aprile 2023, fino al 20 dicembre scorso, quando l’errore è stato formalmente corretto).

«Multe da invalidare»

Un «vizio di forma», come lo ha definito anche il prefetto di Livorno Paolo D’Attilio, dovuto «a un errata trasmissione dell’indicazione gps da parte della polizia stradale nel momento della comunicazione in Prefettura – spiegò il prefetto al Tirreno – errore che non implica che l’apparecchio non sia nel posto giusto: è stato piazzato esattamente dove sono stati fatti tutti i rilievi». Nonostante questo però lo stesso prefetto ha deciso per l’archiviazione di 6 multe per le quali è stato presentato (nei tempi previsti dalla legge, e quindi subito dopo la notifica dei verbali) ricorso in Prefettura. Un dietrofront necessario, ma che ha scatenato un prevedibile effetto domino su molti altri casi di automobilisti sanzionati. Alcuni anche tra quelli che avevano già pagato la sanzione e per i quali i tempi di ricorso erano ormai scaduti, che hanno quindi manifestato intenzione di essere rimborsati attraverso le richieste in autotutela al Comune. «Ne abbiamo inviate oltre cinquanta – dichiara Gianantonio Sottile Cervini, presidente di Altvelox – quei verbali sono da invalidare perché nulli in origine: chi ha pagato lo ha fatto senza sapere che quell’autovelox fosse stato installato in violazione di leggi e regolamenti e in un punto della strada non autorizzato. È per questo che nessuno o quasi ha fatto ricorso nei tempi previsti».

Per questo «le conseguenze sul piano amministrativo del reiterato e illecito utilizzo dell’autovelox – si legge nell’esposto presentato alla Corte dei Conti dall’associazione – comporterebbero gravi responsabilità dell’ente volte a generare danno erariale e violazione dei diritti degli utenti stradali e dei consumatori». Per AltVelox «la speranza è che la magistratura faccia chiarezza: si parla di alcuni milioni di euro, anche se la cifra non ci è mai stata fornita, incassati in modo illecito»

«Un esposto infondato»

Nonostante l’esposto però l’amministrazione non fa una piega. E resta ferma sulle proprie posizioni più volte ribadite. «Prendiamo atto di questo esposto – dichiara il sindaco Francesco Ferrari – ma lo ritengo del tutto infondato. Come amministrazione non siamo affatto preoccupati: la questione è stata già chiarita dal prefetto che ha confermato la piena legittimità delle sanzioni emesse anche nei mesi precedenti alla correzione di quell’errore formale. Su quell’autovelox – commenta – la scelta politica è stata chiara: collocarlo in quel punto, dove in passato c’erano postazioni mobili, è stata la scelta più giusta per ridurre la pericolosità di quel tratto di strada dove sono avvenuti anche incidenti gravi». Una decisione politica «che prescinde dalla questione puramente tecnico-amministrativa, che riguarda le procedure per l’installazione del rilevatore. Quell’errore formale – spiega Ferrari – è stato poi riconosciuto e anche corretto ma l’archiviazione di quelle sei multe per le quali è stato presentato ricorso di certo non cancella il fatto che, per i verbali emessi, gli automobilisti sanzionati abbiano superato il limite previsto. Il vizio formale vale solo per chi lo impugna – conclude Ferrari – richiedere la sua valenza retroattiva è, giuridicamente, una bestemmia. Per questo sono fiducioso nell’operato della magistratura e che la Corte dei Conti non muova contestazioni al Comune né alla Prefettura».

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