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Sparisce la spiaggia alI’Isola d’Elba: la salva il “progetto Fantoni”, ecco cos’è

di Luigi Cignoni
Sparisce la spiaggia alI’Isola d’Elba: la salva il “progetto Fantoni”, ecco cos’è

Porta il nome dell’ingegnere che l’ha ideato: l’obiettivo è sconfiggere l’erosione e i primi risultati sono incoraggianti

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SANT'ANDREA. C’è moderato ottimismo in merito al progetto dell’ingegner Luciano Fantoni, a un mese di distanza dall’installazione della barriera costituita da 75 sacchi di juta contenenti sabbia (ognuno dal peso di 150 kg) e disposti lungo la linea di 16,50 metri, al fine di preservare il litorale di Sant’Andrea, sottoposto com’è all’erosione marina.

Il piano

Nel frattempo, però, si potranno elaborare altre misure più strutturali, per rendere ancora migliore la stabilità di questa preziosa spiaggia marcianese. Il progetto di Fantoni, costato pochissimo all’amministratore Barbi (non supera i mille euro), ha tamponato per ora una situazione critica e ciclica nella sua manifestazione, garantendo la tenuta almeno fino al prossimo ripascimento con sabbia dragata sul fondale marino del lido, in programma entro maggio 2024. Si è trattato, comunque, di una soluzione che è durata molto più a lungo delle precedenti pratiche. I sacchi di juta sono stati installati dagli operai comunali fra il 5 e il 6 febbraio scorso, dopo una forte mareggiata che si è abbattuta il 20 gennaio. I marosi hanno attivato nella vasca fra la diga in massi e il terrapieno retrostante un impetuoso deflusso longitudinale, da est verso la spiaggia aperta a ovest, in pratica svuotando tutta la parte centro-orientale della spiaggia e trascinando la sabbia sul fondale antistante.

I primi risultati

«Nel mese esatto che è trascorso – ricorda Luciano Fantoni – si sono verificati alcuni eventi ondosi moderati, da direzioni che a Sant'Andrea non impattano direttamente sulla spiaggia, ma solo dopo diffrazione/rifrazione/riflessione, rispettivamente intorno al Capo di Sant'Andrea, sui fondali e contro le grandi scogliere della baia. Verso fine di febbraio – continua l’esperto – si è verificato un evento di media intensità da nord nord-est, la direzione più insidiosa per la tenuta della spiaggia (e della barriera). Non ci sono stati contraccolpi di rilievo sulla barriera, né sulla spiaggia a essa adiacente, mentre la battigia più a ovest è un po' arretrata. Ciò che invece un po’ ha danneggiato l'assetto della spiaggia a ridosso della barriera è stata l'azione del deflusso a mare del fosso di Sant'Andrea, che a causa delle piogge abbondanti ha eroso la spiaggia proprio a ridosso dei sacchi, esponendoli all'impatto di frangenti da future possibili mareggiate da nord nord-est». È evidente che in queste settimane la spiaggia si è ricostituita, secondo una conformazione molto simile a quella del 13 dicembre. L'accrescimento della parte est, scomparsa il 20 gennaio – aggiunge Fantoni - è sicuramente dovuto anche a un riequilibrio dell'assetto della spiaggia: mancando il micidiale deflusso dalla vasca a est della barriera, la sabbia si accumula stabilmente nella zona di ridosso fra la barriera in sacchi e l'estremità ovest della diga. Questo processo attira sabbia anche dal settore ovest della spiaggia, che denuncia un certo arretramento, peraltro modesto». «In conclusione – conclude Fantoni - la rapida crescita della spiaggia di fronte al muro della piazza lato est, dove negli anni passati la sabbia non riusciva ad accumularsi stabilmente, smentisce l'idea che la causa di tale instabilità sia dovuta all'azione riflettente del muro verso il largo delle onde in arrivo. La prima causa è sicuramente il deflusso dalla vasca».

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