Il Tirreno

Firenze

Il caso

Il giallo dell’opera d’arte rubata: antiquario fa causa al Comune di Firenze

di Paolo Nencioni
Un famoso ritratto del duca di Urbino e il giardino della villa di Rusciano
Un famoso ritratto del duca di Urbino e il giardino della villa di Rusciano

La richiesta è di 396mila euro per il medaglione «acquistato in buona fede»: la ricostruzione della vicenda

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FIRENZE. Una nota galleria milanese specializzata nella commercializzazione di opere d’arte ha fatto causa al Comune di Firenze perché, avendo acquistato un’opera poi risultata rubata, avrebbe subito un danno economico di cui dà la colpa al Comune.

L’opera

Il conto è salato, 396.600 euro, e il Comune ha deciso di resistere in giudizio. L’opera in questione è un medaglione con busto di Federico da Montefeltro Duca di Urbino, attribuito a Domenico Rosselli, uno scultore del 1400, del diametro di 50 centimetri, che è sparito dalla Villa di Rusciano, un complesso immobiliare di via Benedetto Fortini poi passato dai privati al Comune.

L’opera è sparita dalla facciata nord della villa, ma non si sa esattamente quando. Si presume tra il 1976 e il 2000. Ed è riapparsa l’anno scorso, quando i carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale l’hanno recuperata e riconsegnata al Comune di Firenze. Secondo la società Altomani & Sons, la colpa del Comune sarebbe consistita nel non aver adeguatamente vigilato sul complesso immobiliare Villa di Rusciano. Così facendo non avrebbe evitato il furto, causando un danno all’acquirente in buona fede.

Il caso

Il caso è particolarmente complicato perché, come ricorda Andrea Ciaroni, titolare della galleria milanese, quando quel medaglione è stato acquistato non risultava rubato. «Proprio così – conferma il gallerista – La nostra società quando acquista un bene è tenuta a verificare la provenienza e ai carabinieri quel medaglione non risultava provento di furto. Noi siamo inoltre tenuti alla due diligence e abbiamo chiesto al ministero. Anche in quel caso l’opera non risultava notificata, tanto che poi abbiamo chiesto una licenza di esportazione e ce l’hanno data. Il medaglione è stato esposto più volte in mostre internazionali, anche alla Biennale di Firenze e al Tefaf di Maastricht. Tutte manifestazioni che sono controllate dai carabinieri. Solo successivamente è emersa la provenienza furtiva dell’opera».
Una circostanza al momento inspiegabile. Si può solo pensare che qualcosa non abbia funzionato nel passaggio dal privato al pubblico di Villa Rusciano.

La Altomani & Sons è stata dunque costretta a restituire il medaglione quattrocentesco, ma ora batte cassa. Nella citazione depositata al Tribunale di Firenze la società milanese chiede di «accertare e dichiarare il diritto di Altomani & Sons di ottenere il rimborso per i costi sostenuti per le riparazioni dell’opera (euro 84.100) , oltre a un’indennità pari all’aumento del valore dell’opera grazie alla sua attività di miglioramento e promozione pari ad euro 312.500 (valore attuale euro 350.000 – prezzo d’acquisto euro 37.500), e dunque, condannare il Comune di Firenze a corrispondere alla Altomani & Sons la complessiva somma di euro 396. 600».

Insomma, pur avendo acquistato l’opera d’arte a un prezzo molto basso (37.500 euro), la galleria milanese sostiene di aver fatto lievitare il valore con un’opera di restauro e con la promozione nelle principali fiere internazionali di antiquariato, prima che si scoprire che il medaglione era stato rubato. Il Comune non sembra intenzionato a pagare. «Resistere in giudizio è un atto dovuto – taglia corto l’assessore al patrimonio Dario Danti – Difendiamo un bene pubblico che era stato rubato». 

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