Il Tirreno

L'impianto

Si sposta in Costa Est la protesta dei comitati No rigassificatore

Si sposta in Costa Est la protesta dei comitati No rigassificatore

«I paragoni con altre realtà dove sono in funzione impianti sono fuorvianti»

21 luglio 2022
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PIOMBINO. Quale sarà la forma con cui tenere viva la protesta? Dopo l’ultima manifestazione del 16 luglio che ha portato in strada un migliaio di persone a dire no all’intenzione del governo di installare una nave rigassificatore in porto a Piombino, per far fronte all’emergenza energetica, adesso si tratta di fare i conti con l’accelerazione data all’iter del progetto affidato a Snam. Di certo nel pomeriggio di sabato gli attivisti dei comitati hanno scelto di presentarsi in Costa Est, dalle 15 alle 18. Lo faranno a partire dal Nano Verde per informare, parlare, discutere dell’ipotesi e fare volantinaggio per portare il tema oltre i confini della Val di Cornia.

I comitati Salute pubblica, La Piazza, Liberi insieme per la salute e Gazebo 8 giugno contro il rigassificatore respingono al mittente le affermazioni del vicepresidente del settore Energia e mobilità di Rina, l’ingegner Leonardo Brunori, che sostiene che la Golar Tundra nel porto – la nave rigassificatore che è destinata a Piombino – è la scelta giusta e non rileva problemi di sicurezza o per l’ambiente. Non convincono neppure i riferimenti a impianti attualmente in esercizio in Liguria a Panigaglia e a Krk in Croazia.

«L’impianto di Panigaglia si trova a terra e per riportare allo stato gassoso il metano liquido non utilizza l’acqua di mare, ma si avvale del calore fornito dalla combustione di una piccola parte di gas, mentre nel rigassificatore previsto a Piombino il calore è fornito dall’acqua di mare che verrebbe poi restituita fredda e clorata, provocando danni all’ambiente marino». Mentre per quello croato evidenziano che «è in funzione da un anno, i sindaci e gli ambientalisti del luogo si sono opposti evidenziando pericoli, impatti negativi sul turismo, rischi ambientali».

A supporto delle ragioni del no all’impianto in porto a Piombino i comitati citano «l’esplosione di Gnl a Cleveland Est Ohio nel 1944 che causò la morte di 130 persone distruzione di un’area di 2, 5 chilometri quadrati della città, più di 600 persone senza casa. Si sente dire che oggi con l’evoluzione tecnologica gli incidenti sono evitabili, eppure nel giugno 2022 un incendio è scoppiato in uno dei più grandi impianti di gas naturale liquefatto negli Stati Uniti rallentando le esportazioni nella Unione europea e fermando lo stabilimento tre settimane».

A proposito dell’ipoclorito che verrebbe rilasciato nello specchio di mare della Darsena Nord, dove verrà installata la Golar Tundra, ricordano che «i pescatori in Adriatico, dopo l’entrata in esercizio del rigassificatore di Rovigo, hanno denunciato un forte calo del pescato, confermato anche in una pubblicazione “Acqua sterile, pesca a rischio” a cura del Wwf. Il comitato scientifico dell’associazione ha evidenziato che il cloro sterilizza l’acqua di mare togliendo le sostanze nutrienti e le condizioni ambientali adatte alla vita di flora e fauna».

I comitati si aspettano che il piano di sicurezza della nave rigassificatore «con tutti gli scenari possibili di incidenti e le situazioni a rischio siano analizzati e valutati dal Comitato tecnico regionale (Ctr) . Da quando abbiamo analizzato la legge sui rischi di incidenti rilevanti la 105 del 2015 e studiato le procedure inerenti le autorizzazioni per i rigassificatori, guardiamo al Ctr come a un organo imprescindibile per competenze e professionalità, che deve pronunciarsi sugli aspetti inerenti la sicurezza».

Respinti anche gli inviti di esperti a guardare a casi concreti come i rigassificatori di Barcellona, Marsiglia e di Klaipeda. Raffronti che vengono definiti «impropri: Barcellona è un porto grandissimo, anzi sono come due porti distinti, uno industriale dove ha anche sede il rigassificatore e l’altro turistico, croceristico, due realtà separate da una collina. Marsiglia è uno dei porti più grandi del mondo e a Klaipeda, in Lituania, è collocato all’inizio del porto industriale a 2, 5 chilometri dall’imbarco dei traghetti e a 4 dal terminal passeggeri. E a Veglia, in Croazia, il rigassificatore si trova fuori dalle principali rotte che raggiungono il porto di Fiume. Fiume si trova a circa sette miglia, mentre il centro abitato di Castelmuschio a circa 2 km». Il tutto per sottolineare che «i paragoni con la nostra realtà sono fuorvianti, si pensi al nostro porto in città, alla collocazione del terminal passeggeri, alla promiscuità dei traffici, allo spazio per le manovre, all’unico bacino di ingresso, alla vicinanza di infrastrutture, di abitazioni».

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