Vele Spiegate: i volontari raccolgono polistirolo, scatolette e un pacchetto di patatine del 1990...
Nuova tappa del viaggio di Legambiente e Diversamente marinai Alla spiaggia dei Salandri, sotto strati di posidonia, rifiuti di ogni genere
diario di bordo
Pulizia pomeridiana ai Salandri per Vele spiegate, l’iniziativa di raccolta e catalogazione dei rifiuti e citizen science di Legambiente e Diversamente marinai della quale Il Tirreno è media partner. Prima la ciurma fa rotta verso Pomonte a cercare un tesoro in fondo al mare. È l’Elviscot, un mercantile lungo di 62, 25 metri e di 499 tonnellate di stazza, naufragato il 10 gennaio 1972 sullo scoglio dell’Ogliera, a poca distanza dalla costa e diventato un paradiso dei subacquei. I volontari ne approfittano per fare snorkeling di gruppo, «tra l’acqua blu cristallina e un vortice di pesci bianchi e neri». Poi si torna a bordo e un volontario racconta sul diario di bordo: «Alle 16, 00 salpiamo di nuovo verso Marina di Campo, dietro il paese ci aspettano due graziose e selvagge spiaggette chiamate “’i Salandri”, pronte per essere ripulite. Provvisti di scarpette, guanti e sacchi dell’immondizia forniti da Esa (uno dei nostri partner insieme a Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, Novamont, Acqua dell’Elba, Traghetti Lines, Unicoop Tirreno ed Esaom Cesa), siamo anche oggi carichi per l’attività principale che ci ha portato tutti a partire per queste meravigliose isole per ripulire le spiagge». Una volontaria aggiunge: «Al solito, vediamo a una prima occhiata qualche rifiuto, niente di nuovo. Non sapevamo ancora che cosa ci aspettava questa volta. Subito si rivela di fronte ai nostri occhi un’incresciosa situazione: seppelliti sotto gli strati di posidonia, a ogni colpo di bastone continuano a venire fuori rifiuti di ogni genere, ma principalmente polistirolo a non finire (siamo riusciti a raccogliere circa 600 pezzi), 45 pezzi tra lattine e scatolette di tonno, 10 bottiglie di plastica, 5 boe, 13 pezzi di vetroresina, suole e gomma varia e addirittura uno stivale intatto. Un pacchetto di patatine segna come data di scadenza l’anno 1990: stiamo portando alla luce rifiuti vecchi di trent’anni! Il morale del gruppo cala come mai era successo prima, affiora tristezza, rabbia, afflizione, a tratti disperazione». Un’altra volontaria sottolinea: «E pensare che poi scopriremo che i Salandri e la vicina Galenzana sono dei sorvegliati speciali di Legambiente Arcipelago toscano, che da anni chiede che venga riaperto il vecchio sentiero costiero pubblico che portava a queste due spiagge e che è stato sbarrato da dei privati. Legambiente negli anni passati ha più volte ripulito queste minuscole e bellissime spiaggette che si affacciano su un’acqua trasparente, quindi la spazzatura che abbiamo trovato, seppur datata, è abbastanza “fresca” e ci dice quanto possano restare in acqua e poi spiaggiarsi rifiuti di questo tipo. Tutti dati che probabilmente saranno molto utili al Parco nazionale e all’Enea a all’Università di Siena che hanno dato il loro patrocinio a Vele spiegate». La capocampo Antonella conclude: «Sulla via del ritorno su Manu, la nostra barca/casa, di fronte a quel che abbiamo trovato ai Salandri – che incredibilmente sono fuori dal territorio del Parco nazionale – una riflessione collettiva sorge spontanea, accompagnata da un brivido: e se fosse troppo tardi?». —