«Non mi fermo, quel sentiero è di tutti»
Il sindaco Bulgaresi replica alla proprietà, pronta a ricorrere al Tar e a chiedere i danni dopo il blitz alla Guardiola
PORTOFERRAIO. «Mi aspettavo questa reazione, i privati stanno facendo i propri passi. Ma io non cambio idea».
Il sindaco di Marciana, Anna Bulgaresi, risponde senza tentennamenti alla proprietà, la società milanese Itrim, che tramite i suoi legali ha fatto sapere di voler ricorrere al Tar e, quindi, chiedere un risarcimento danni dopo il blitz di giovedì mattina alla Guardiola.
Il gesto della Bulgaresi non è passato inosservato ai cittadini, molti dei quali hanno firmato la petizione per la riapertura del cancello, che hanno dimostrato apprezzamento per la risolutezza del primo cittadino. Cauti, invece, gli altri amministratori elbani. Ma la stessa Bulgaresi sapeva bene che il suo atto di forza, contro una sentenza emessa dal Tribunale, avrebbe comportato delle conseguenze.
«Il sindaco di Marciana dovrà pagare i danni ai nostri assistiti». Le parole pronunciate ieri dai legali Luciana Di Filippo e Stefano Pulci per conto della società milanese Itrim non lasciano dubbi su quale sarà la posizione tenuta dalla proprietà dell'abitazione in località Campo all'Aia, la stessa che ha chiuso il cancello impedendo il passaggio a piedi lungo lo stradello.
Gli avvocati Di Filippo e Pulci hanno ricordato come la sentenza del Tribunale di Livorno arrivi dopo altri giudizi pronunciati già in passato dal Tar (nel 2002) e dal giudice di pace di Portoferraio. Tutti i pronunciamenti confermavano la natura privata del tratto di sentiero.
«Il sindaco – sostengono i legali – ha travisato la realtà, in quanto quel sentiero, oltre a non essere una strada vicinale ad uso pubblico, non è collegata con la viabilità generale, dal lato di Campo all’Aia, né con il sentiero numero 45, da cui si può accedere liberamente da tutt’altra parte. L'ordinanza è nulla, dal momento che si pone contro una sentenza definitiva del Tribunale».
E se il ricorso è già pronto, la proprietà ha anche già annunciato il risarcimento danni che intende chiedere all'amministrazione comunale: cinquanta mila euro, più 150 euro per ogni giorno in cui il cancello resterà aperto.
Una cifra pesante, mentre sarà il Tar a stabilire se la struttura di tutela legale messa in piedi dal sindaco reggerà di fronte alle accuse di eccesso e sviamento di potere formulate dalla proprietà, che imputa al sindaco un «atteggiamento persecutorio» e di «aver estrapolato le argomentazioni» dalla documentazione dei vicini di casa, gli stessi con cui i proprietari milanesi erano arrivati sino in Tribunale.
Sono solo i primi colpi di una battaglia legale che si preannuncia lunga e spigolosa.
«La proprietà faccia pure i suoi passi - commenta il sindaco Bulgaresi – ma io non mi muovo. Il fatto che quel tratto non sia già il sentiero 45 ma ne rappresenti un accesso non fa differenza. In base alle legge alla base della nostra ordinanza, un sentiero è pubblico quando l’uso dei cittadini lo rende di interesse pubblico. Siamo certi di ciò che facciamo. Se ho dei ripensamenti? Ho mandato i vigili urbani e l'ufficio tecnico a controllare gli altri accessi al sentiero ordinando di rimuovere, dove non ci sono permessi edilizi, tutti i cancelli tirati su dai privati”.
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