Massa, alla pesa delle Jare arrivano le telecamere: cosa cambia
Scatta un nuovo sistema di sorveglianza del settore lapideo
MASSA. Gli occhi elettronici cominceranno a guardare anche la pesa pubblica delle Jare. Obiettivo: aumentare la trasparenza e i controlli del marmo che scende a valle.
La norma
Con una determina dirigenziale a firma del dirigente del settore attività estrattive e tributi Maurizio Tonarelli, il Comune ha deciso di dotarsi di un nuovo sistema di videosorveglianza del settore lapideo, così da identificare e tracciare tutto il materiale da taglio per usi ornamentali – parliamo quindi di blocchi, semiblocchi o pezzi informi – provenienti dai bacini estrattivi di Massa.
La tecnologia al servizio
L’impianto di videosorveglianza, affidato alla società OmniConnect srl, prevede l’installazione di telecamere ad alta definizione nei pressi delle pese pubbliche situate in via Bassa Tambura e in località Le Jare. Questa iniziativa mira a rafforzare il controllo sui blocchi di marmo, garantendo una tracciabilità completa dalla cava fino alle successive fasi di lavorazione.
La mappa
Le pese pubbliche di Massa sono due, una in via Bassa Tambura e l’altra in prossimità dell’ex mercato ortofrutticolo delle Jare, dove i camion transitano per pesare il materiale portato a valle. Già la pesa pubblica di via Bassa Tambura – punto di riferimento per la maggior parte delle 17 cave di Massa – era stata sottoposta a una misura simile; non tutti i camion però passano da via Bassa Tambura; quelli che scendono dai bacini estrattivi di Valsora, Piastramarina e Piastreta, per esempio. Per questo esiste la pesa delle Jare, al confine con il comune di Montignoso, dove non era ancora stato installato questo sistema di tracciabilità e identificazione dei blocchi.
L’investimento
Per questo il Comune ha deciso di potenziare l’infrastruttura digitale, affidando il progetto alla società OmniConnect srl per un totale di 15.300 euro più 1.600 euro per le manutenzioni nel 2025. Si tratta di una misura che risponde all’esigenza di rendere più tecnologica ma anche più trasparente la filiera del marmo, non solo in uscita dalle cave ma anche per tutto il resto della filiera.
Il monitoraggio
Già con le nuove disposizioni del regolamento degli agri marmiferi di Massa al momento del rilascio della concessione è previsto un sistema di monitoraggio obbligatorio da parte dei concessionari di cava, allo scopo di controllare i volumi estratti attraverso l’uso di un certificato digitale di ogni singolo elemento commerciale estratto: quindi i blocchi, ma anche i semi blocchi, fino ai cosiddetti “informi”. Questi dati costituiscono parte dell’anagrafe del marmo, che a sua volta può verificare il tracciamento geografico del materiale estratto e delle sue successive fasi di lavorazione. Perché la vera “ricchezza” proveniente dal marmo, non solo in termini economici ma anche di lavoro, deriva dalla sua lavorazione, attraverso ad esempio i processi di taglio. Quindi segherie al piano, piazzali dove lavorare i blocchi. Per questo il regolamento del Comune, attuando le previsioni della legge regionale numero 35 del 2015, insiste sul concetto della “filiera corta” con l’obbligo per i concessionari di lavorare in loco i blocchi, semiblocchi o informi. Il tracciamento geografico dei blocchi risponde a questa esigenza: verificare dove va il marmo di Massa, e dove viene lavorato. La tracciabilità digitale consentirà di evitare o comunque arginare eventuali irregolarità e abusi, in nome della trasparenza.