Toscana, ondata di truffe telefoniche: finti poliziotti ingannano le vittime usando numeri veri delle forze dell’ordine
Ci sono alcuni indizi a cui fare caso per evitare di essere raggirati
In Toscana si registra un preoccupante aumento di truffe telefoniche in cui malviventi si spacciano per agenti di polizia. L’allarme arriva direttamente dalla questura di Lucca, che mette in guardia i cittadini contro un raggiro sempre più diffuso e insidioso.
Il meccanismo è raffinato: i truffatori utilizzano un software chiamato “Caller ID Spoofing” che altera l’utenza telefonica, facendo apparire sul display della vittima il numero reale di un ufficio di polizia. Questo stratagemma induce chi riceve la chiamata a fidarsi e a credere che dall’altra parte della linea ci sia davvero un agente.
Cosa dicono al telefono
Con voce sicura e toni ufficiali, i criminali sostengono di essere impegnati in indagini su una banca o di dover intervenire per un presunto attacco informatico in corso. Poi convincono le vittime a “proteggere” i propri risparmi trasferendoli immediatamente su un conto corrente indicato da loro. In realtà, quel conto è intestato ai truffatori e il denaro, una volta inviato, diventa irrecuperabile.
Le cose da sapere per evitare di caderci
La Polizia di Stato ricorda che nessuna forza dell’ordine chiede mai denaro o operazioni bancarie ai cittadini. In caso di telefonate sospette, l’invito è di non fornire mai dati personali o bancari, non effettuare trasferimenti di denaro e segnalare subito l’accaduto al numero di emergenza 112 NUE.