Italia
Lucca, il “buttadentro” che conquista i turisti. La storia di Amin: la svolta, le 6 lingue e il suo segreto
È arrivato in Toscana da Milano nel 2024 e ora lavora in un famoso locale a Lucca: «Per i clienti sono un divulgatore con impostazione da receptionist»
LUCCA. Da quando è entrata in vigore l’ordinanza comunale anti-buttadentro, nel centro storico di Lucca il numero dei procacciatori dei clienti ha subìto un sensibile calo. C’è anche chi, però, ha deciso di operare una sorta di “disobbedienza” e continua a fare il proprio mestiere. Consapevole del sostegno e della simpatia espressa nei suoi confronti da parte dei turisti, alcuni dei quali sono tornati a distanza di un anno.
Il segreto
Rispetto delle regole, anche dei confini tra un’attività e l’altra visto che si parla di piazza dell’Anfiteatro nel cuore di Lucca, ed empatia con le persone senza essere invadenti. è la “ricetta” professionale di Amin Yasiri, il “buttadentro (anche se lui non ama questo termine) di Varrone Pasta, che da nove anni svolge questo lavoro. «Per otto anni ho lavorato in un ristorante all’interno della galleria Duomo a Milano, prima di arrivare nel 2024 in questa splendida città grazie alla chiamata di Massimo Minutelli – spiega Yasiri, arrivato nel nostro Paese dal Pakistan diversi anni fa –. Agli occhi dei clienti sono, in un certo senso, un divulgatore con un’impostazione da receptionist. Grazie alla possibilità di parlare sei lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e punjabi), posso spiegare tranquillamente al cliente il concept del nostro locale e la proposta tradizionale che offriamo loro. Il mio modo di fare cortese e simpatico, ma mai invadente, piace molto agli avventori. In tanti mi chiedono a fine pasto un selfie, con alcuni ci scriviamo a distanza di mesi e una signora mi ha fatto un ritratto appena terminato il pranzo. Se io mi comporto bene, perché non potrei continuare a svolgere il mio lavoro? Il Comune dovrebbe punire chi svolge questa professione in maniera invadente e molesta».
La svolta
Dopo aver lavorato alcuni anni in un supermercato di Sessa Aurunca nel casertano, la svolta per Amin giunge quando un impresario, titolare del sopracitato locale meneghino, nota la sua presenza e il suo stile comunicativo. «Alla base della vita deve esserci il rispetto – prosegue Yasiri –. Specie nel campo professionale. Mi è capitato, purtroppo, di assistere al tentativo di “invasione” degli spazi (ogni locale in piazza Anfiteatro ha dei metri da rispettare) di colleghi, con l’intento di “scippare” il cliente. Così non offriamo una bella immagine ai visitatori. Anche in altre zone del centro storico ci sono stati episodi di questo genere. Non nego, inoltre, che ci siano stati dei piccoli screzi con altri colleghi. Per fare questo lavoro, a differenza di quanto può pensare la gente, servirebbe seguire un corso professionale per apprendere le modalità più adeguate per rapportarsi con i clienti. Non dobbiamo essere molesti nel costringere i turisti a venire nel nostro locale».
Tra l’accoglienza di un cliente e l’altro, Amin Yasiri trova il tempo per salutare un cliente tornato appositamente dalla Gran Bretagna 12 mesi dopo la precedente visita. «Vedere delle persone che si fidelizzano al locale e al tuo modo di essere è molto gratificante – chiosa il buttadentro –. Custodisco gelosamente il ritratto fatto al sottoscritto da una cliente tedesca: l’ho trovato un gesto stupendo e sincero. Questo tipo di accoglienza, se fatta bene, impreziosisce la città. Altro che problema di decoro».