Dalla depressione alla rinascita: Alexandre fa 885 chilometri in bici per raggiungere la “libreria dei miracoli” in Garfagnana
Dalla Francia a Lucignana per dire grazie ad Alba Donati: grazie al suo libro Donnat ha ritrovato la speranza nella vita
COREGLIA ANTELMINELLI. Il miracolo nelle pagine di un libro. Grazie a una storia. Una storia di chi ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e ha inseguito il suo sogno, dimostrando che si può fare. In ogni momento della vita. Che si può mettere un punto e andare a capo. A fare il miracolo nella vita di Alexandre Donnat, permettendogli di riemergere dai flutti di una potente depressione e tornare a guardare il mondo con occhiali nuovi, è stata la lettura del libro di Alba Donati “La libreria sulla collina” (Einaudi), anzi de “La librairie sur la colline”.
La traduzione francese che è capitata nelle mani di Alexandre mentre sistemava gli scaffali della libreria “Nos madaleines de Proust” dove – abbandonato il suo lavoro in ambito commerciale che sempre meno lo soddisfaceva e che tanto stress gli aveva gettato addosso – ha cominciato a dare una mano (e forse riceverla) per ritrovare un sé più intimo. Ed è lì che un aiuto si è imbattuto nell’avventura di Alba Donati. La sua volontà ferrea di aprire una libreria – la Libreria sopra la Penna – a Lucignana, in un posto sperduto (anche se Alba non ama questa definizione) sulle colline della Garfagnana, la sua determinazione che si scontrava contro le più oggettive logiche di mercato, il suo ricominciare nonostante gli ostacoli sul cammino: l’incendio per un corto circuito, le chiusure imposte dal Covid. Andare avanti comunque, guardare oltre, non arrendersi, non demoralizzarsi. In nome di che cosa? Della passione. Ecco che le parole di Alba sono entrate nel cuore di Alexandre e hanno germogliato. Ed è tornata la voglia di vivere. Un miracolo. E come accade per chi si rende conto di aver ricevuto un beneficio, Alexandre ha sentito il bisogno di andare in pellegrinaggio nel luogo “benedetto” per dire grazie alla grazia. Ha inforcato la sua bici, partendo dal suo paese vicino a Lione, e ha pedalato per 885 chilometri. E il 30 aprile è arrivato a Lucignana, atteso e accolto da Alba Donati, il marito e poeta Pierpaolo Orlando, lo staff della libreria e tutto il paese.
Alba, che cosa si prova di fronte alla consapevolezza che la sua scrittura è stata determinante nella vita di una persona?
«È un mistero. Talvolta penso anche che se a me venisse una depressione, la lettura di uno dei miei libri non credo mi aiuterebbe. Invece altre persone vi trovano beneficio. Alexandre non è il primo ad aver trovato aiuto nelle parole che ho scritto, già altre persone in questi cinque anni mi hanno scritto o sono venute a raccontarmi la loro esperienza e il coraggio ritrovato dopo aver conosciuto la storia della Libreria sopra la Penna. È un onore».
Un onore che Alexandre è venuto personalmente a renderle, dopo aver pedalato 885 chilometri, non capita tutti i giorni.
«È bellissimo pensare che sia stato gettato un ponte nel segno dei libri: lui è partito dalla libreria in cui ha trovato, preso e poi letto quel libro per arrivare fino alla libreria dove ha ritrovato se stesso, disegnando così un ponte tra due stati, ma prima di tutto tra cuori».
Ma non si sorprende ogni volta che qualcuno ritrova luce grazie a lei?
«Devo dire che mi capita di andare a riaprire il mio libro, rileggere qualche pagina e con sorpresa domandarmi se l’ho scritto io. La prosa è ancora più magica della poesia: inizi a scrivere e con il tempo riaffiora tutto ciò che hai maturato come scrittrice ma anche come lettrice. È il miracolo della scrittura».
Quando le capita di stare un po’ giù, momenti “down”, ha dei libri che l’aiutano?
«Sì quando mi è capitato di attraversare periodi meno felici rileggevo le poesie di Eliot: il ritmo del suo poetare, l’uso delle parole creavano una dipendenza di pace, di tranquillità e riuscivo ad acquietare i malumori».
Ha detto che altre persone hanno trovato in lei un modello, ad esempio...
«Ricordo una ragazza che ha trasformato l’edicola lasciata dal padre una volta in pensione, che lei ha voluto trasformare in una libreria a Calci, in provincia di Pisa. Oppure un ragazzo del Sud che volendo aprire una libreria nel suo piccolo paese ha supportato il progetto con il mio libro».
Cinque anni fa quando si è avventurata su questa collina: se lo immaginava un ritorno così importante?
«Sinceramente no, non mi sarei davvero immaginata i pullman tipo Medjugorie di persone richiamate dai libri e dalla cultura, persone che telefonano per prenotare libri per il loro anniversario di matrimonio. No, è andato tutto oltre le aspettative. E di questo devo ringraziare Pierpaolo, i volontari, i paesani e tutti quelli che ci supportano ogni giorno».
Quando Alexandre ha oltrepassato la soglia di Lucignana ed è arrivato in libreria, che cosa vi siete detti?
«Le prime parole sono state: acqua, caffè, thè, spritz. Ha vinto l’ultimo e davanti allo spritz e ad un pezzo di pizza ci siamo raccontati un po’ di noi. Poi ha fatto una doccia ed è andato a riposare, visto che ne aveva bisogno. Il giorno dopo è venuto il padre a prenderlo perché era impensabile tornare indietro in bici».
L’ultima cosa che vi siete detti?
«Che sarebbe tornato con la moglie e con il figlio di 9 anni. Ho negli occhi l’immagine di lui che si gira e mi dice: “Mio figlio ha detto che questo è il paese in cui vorrebbe vivere”». Il miracolo delle piccole buone cose».