Ospedale di Lucca, il direttore: «Preparati contro possibili nuove pandemie»
Il direttore Luca Lavazza punta su flessibilità, più monitor e ampliamenti
LUCCA. La pandemia è ancora in corso, ma è profondamente mutata. Facendo squadra, ospedali e territorio hanno superato la fase più critica, ma la circolazione del virus è ancora imponente. Vaccinazioni e terapie hanno però fatto sì che si che la maggior parte dei pazienti ricoverati in ospedale, per i quali viene accertata l’infezione al Covid, abbiano un decorso non particolarmente diverso rispetto a quello degli altri pazienti. È la sintesi, a Lucca e provincia, di una “maratona” che ha visto anche emergere il meglio dagli operatori sanitari, restituendo la vera immagine del “materiale umano” di cui il sistema sanitario è composto. Lo spiega a chiare lettere Luca Lavazza, direttore degli ospedali di Lucca e Valle del Serchio.
Quale aggettivo userebbe per indicare il livello della pandemia in questo periodo, a Lucca e provincia?
«In termini di circolazione del virus, la pandemia genera ancora dei numeri rilevanti ma in termini di effetti gravi ha un valore che può essere definito residuale».
Dei tre anni di pandemia, cosa ricorda in particolare sotto il profilo umano e professionale?
« L'emergenza pandemica è stata una lunga maratona che ha fatto emergere il meglio dagli operatori sanitari restituendo la vera immagine del “materiale umano” di cui il sistema sanitario è composto. Pur nella variabilità dei comportamenti individuali è prevalso uno spirito di abnegazione ed appartenenza che, visto dal mio punto di osservazione privilegiato, è stato uno spettacolo ancora più struggente di quanto è stato percepito già in maniera importante dall’esterno».
Ritiene sia stato fatto tutto quanto necessario, pur nel difficile contesto nazionale ed in assenza d’un piano operativo? Ci sono stati punti di criticità?
«Come in tutte gli altri ospedali dell’Asl Toscana nord ovest, la pandemia di Covid-19 ha presentato sfide uniche e difficoltà rilevanti per la gestione della situazione. In generale, la gestione della pandemia ha richiesto una risposta coordinata e flessibile, insieme a una solida infrastruttura sanitaria e alla disponibilità di risorse adeguate. Inoltre, è risultata fondamentale la collaborazione della popolazione, per seguire le misure di prevenzione e proteggere la salute pubblica. Ritengo che sia stato fatto tutto quello che era possibile fare con le forze in campo sia umane che materiali. Sicuramente la carenza di dispositivi di protezione individuale (mascherine, camici monouso, gel idroalcolico, ecc.) ha rappresentato, come accaduto in tutta Italia e nel mondo, uno degli elementi di maggiore criticità, almeno nella fase iniziale della pandemia. Di contro il fatto che l’ospedale San Luca sia una struttura di recente costruzione, con caratteristiche progettuali ed impiantistiche moderne, ha rappresentato un significativo punto di forza in termini di flessibilità organizzativa e adattabilità ai vari momenti pandemici».
Davanti a un’eventuale recrudescenza della malattia e con l’esperienza passata, è pronto a Lucca e provincia un piano d’intervento, ospedaliero e territoriale?
« Lucca ha migliorato ulteriormente la propria condizione di "prepardness" a eventuali futuri eventi analoghi (ancorché non auspicati) in quanto ha aumentato ancora di più il livello di flessibilità della struttura intervenendo su impianti e dotazioni del nuovo ospedale, dove è incrementata la capacità di gestione numerica dei pazienti complessi mediante il potenziamento degli impianti di ventilazione in alcuni settori di degenza, che sono stati resi idonei per l’isolamento dei pazienti, per l’effettuazione della ventilazione non invasiva. È inoltre stata aumentata la dotazione di sistemi di monitoraggio. Si stanno anche completando gli interventi di ampliamento e differenziazione strutturale dei percorsi al pronto soccorso. Anche negli ospedali della Valle del Serchio, che hanno contribuito per la loro parte alla corretta gestione dei pazienti Covid positivi, sono stati effettuati interventi che hanno migliorato la capacità di isolamento dei pazienti positivi e ciò rappresenta un ulteriore elemento di sicurezza per l’ambito territoriale di Lucca».
La pandemia ci accompagnerà ancora per molto?
«La pandemia è ancora in corso, ma è profondamente mutata. Sebbene la circolazione virale sia ancora imponente, l’avvento delle vaccinazioni e delle terapie che ora sono a disposizione fa si che la maggior parte dei pazienti ricoverati in ospedale per i quali viene accertata l’infezione al Covid-19 abbiano un decorso non particolarmente diverso rispetto a quello degli altri pazienti. L’evoluzione della malattia verso le forme critiche che si sono osservate nei primi picchi pandemici per fortuna sono oggi eventi piuttosto rari. Certo, dobbiamo comunque abituarci alla convivenza con la circolazione del virus ed è per questo è importante che rimangano all’interno delle strutture sanitarie misure precauzionali come l’uso delle mascherine e il lavaggio delle mani, a tutela dei pazienti ricoverati che rientrano tutti in una classificazione generica di fragilità. È importante sottolineare come queste misure rappresentino un’importante azione di contrasto anche per le infezioni ospedaliere, che costituiscono una criticità importante e, forse, un rischio maggiore rispetto alla pandemia stessa».
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