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Livorno, imputato il consigliere di Fratelli d'Italia Perini: «Tentata violenza privata a Elisa Amato»
L’accusa: avrebbe fatto pressioni alla coordinatrice livornese di Forza Italia, partito alleato di Governo, per far rimettere la querela della preside delle scuole Bini, Rita Moretti, sul «Natale annullato», smentito dalla dirigente che si ritiene diffamata. L’esponente meloniano: «Attacco politico»
LIVORNO. Si è opposto alla multa per tentata violenza privata e diffamazione aggravata che gli era stata notificata nei mesi scorsi attraverso un decreto penale di condanna. Così, adesso, è imputato. Il consigliere comunale Alessandro Perini, 33 anni e candidato con il partito di Giorgia Meloni anche alle ultime elezioni regionali, secondo la procura avrebbe provato a esercitare delle pressioni telefonando alla dirigente livornese di Forza Italia, Elisa Amato, affinché convincesse la preside della scuola primaria “Carlo Bini”, Rita Moretti, a far rimettere la querela presentata nei suoi confronti dopo l’accusa del «Natale cancellato», sostituito con la parola «inverno», nell’istituto elementare. Perini, oltre che per la tentata violenza privata, nel decreto impugnato era stato multato pure per aver offeso la dirigenza dell’istituto.
Il processo
Il processo si aprirà giovedì 11 dicembre alle 14 davanti alla giudice Martina Graziani: Elisa Amato e Rita Moretti, assistite dall’avvocata Erika Cioni, sono pronte a costituirsi parte civile. Non sarà ascoltato nessuno, visto che sarà un’udienza di smistamento, con al massimo la calendarizzazione dei lavori. Nei prossimi mesi, con ogni probabilità, saranno invece ascoltati i testimoni.
La vicenda
L’attacco alla scuola del consigliere comunale di Fratelli d’Italia risale al dicembre di due anni fa. Mancano pochi giorni alle feste e dopo aver ricevuto delle foto dai genitori degli alunni Perini pubblica un post su Facebook: «In alcune classi – le sue parole, accompagnate dalla foto di un biglietto con su scritto “Auguri di un inverno speciale di pace, amore e gioia” – i bambini sono stati costretti a fare biglietti di auguri per un felice inverno. E così alle “Bini” è stato cancellato il Natale». Ma secondo il tribunale non era vero, perché ciò che aveva imputato poco più di un anno fa l’esponente del centrodestra labronico alla dirigente scolastica riguardava un progetto «sulla pace e la tolleranza fra i popoli» che non aveva sostituito le celebrazioni religiose. «Quanto affermato risulta privo di ogni fondamento e getta discredito sul personale del nostro plesso. Le informazioni riportate risultano false, con un’evidente strumentalizzazione che vede coinvolti per primi gli alunni, i docenti e tutto il personale del nostro istituto», fu la risposta all’epoca dei fatti di Moretti, che non intende aggiungere altro sulla vicenda. Il consigliere, secondo l’accusa, avrebbe poi esercitato le pressioni su Amato (che, contattata dal Tirreno, non vuole commentare ndr) affinché convincesse Moretti a rimettere la querela, in realtà andata avanti e poi sfociata nel procedimento penale.
La difesa di Perini
Che una telefonata fra Amato e Perini – rappresentanti di due partiti alleati di Governo – ci sia stata non c’è alcun dubbio. Ma secondo l’esponente meloniano, che ribadisce le accuse mosse due anni fa nei confronti della scuola, il contenuto non sarebbe quello riportato nella denuncia della coordinatrice azzurra: «Questa vicenda rappresenta esclusivamente un attacco politico nei miei confronti – dice – e durante il processo, che ho voluto io opponendomi al decreto proprio perché non ho nulla da nascondere, chiarirò tutto. Sono assolutamente tranquillo. L’accusa della procura, a mio parere, non sta in piedi e risulta molto vaga: io, fra l’altro, quando ho telefonato a Elisa Amato neanche potevo sapere che la preside mi avesse querelato, visto che non avevo ricevuto alcuna notifica giudiziaria».
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