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Livorno, «I soldi o condannano sua figlia»: ma l’anziana sventa la truffa

di Stefano Taglione
Un'anziana raggirata al telefono (foto d'archivio)
Un'anziana raggirata al telefono (foto d'archivio)

Al telefono i malviventi erano riusciti a far uscire il marito: «Vada dai carabinieri». Grazie ai vicini di casa la donna si è resa conto del raggiro e ha dato l’allarme

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LIVORNO. L’hanno chiamata al telefono dicendo che sua figlia aveva provocato un incidente stradale alla stazione di Livorno centrale, investendo una donna. «Sono ferita», avrebbe detto piangendo al telefono la vittima. «Servono subito dei soldi, così da evitare una condanna per direttissima in tribunale», le parole sempre dall’altra parte della cornetta di un uomo che non si è neanche capito bene come si fosse qualificato giustificando il rischio imminente.

La tentata truffa

È una truffa per fortuna non andata a buon fine quella che venerdì 5 settembre ha visto come bersaglio un’anziana che abita in viale Carducci, non lontano dal Parterre. I malviventi ci erano quasi riusciti, facendo pure uscire di casa il marito della donna, suggerendogli di andare subito alla caserma dei carabinieri per prendere visione del fascicolo d’indagine. A quel punto, con la signora sola in casa, i malfattori pensavano di agire facilmente e tempestivamente, peccato che l’anziana si sia rivolta spaventata ai vicini di casa chiedendo il dà farsi e che loro, capendo subito la situazione, l’abbiano messa in guardia evitando che venisse raggirata. Così i truffatori, probabilmente già sotto casa, dopo aver suonato il campanello e non aver ricevuto risposta, anziché incassare il denaro come avrebbero desiderato se ne sono dovuti scappare per non essere arrestati. L’indagine I dirimpettai non hanno perso tempo: «Bisogna subito avvertire le forze dell’ordine», hanno spiegato alla signora. E così lei ha fatto, chiamando al tempo stesso il marito e dicendogli di tornare immediatamente a casa. Dalla centrale unica di emergenza del 112 la segnalazione è transitata alla sala operativa della questura, in viale Boccaccio, che ha inviato sul posto un equipaggio della Squadra volante dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della polizia di Stato, diretto dal commissario capo Gabriele Nasca, con gli agenti che hanno parlato con la vittima e si sono messi alla ricerca dei malviventi. È probabile che in zona ci fossero delle telecamere: grazie all’ora precisa della tentata truffa, quindi, l’obiettivo degli inquirenti ora è dare loro un volto e un nome.

Due casi alla Rosa

Altri due raggiri per fortuna sventati hanno interessato il quartiere della Rosa. Anche in questo caso i truffatori si sono palesati attraverso il telefono, chiedendo soldi per limitare al massimo le conseguenze penali di incidenti stradali mai avvenuti. Ma le vittime non si sono fatte abbindolare e sono passate all’azione, buttando giù la cornetta e chiamando il 112. Anche in questo caso indaga la Squadra mobile della polizia di Stato, coordinata dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli. Prevenire le truffe agli anziani, fin dal suo insediamento, è stato uno degli obiettivi della questora labronica, Giusy Stellino. Massima è, infatti, l’attenzione di via Fiume contro questo odioso fenomeno, non a caso sono state organizzati numerosi incontro con i “nostri nonni” per sensibilizzarli a non aprire mai la porta agli sconosciuti e a diffidare da chi, al telefono, si spaccia per poliziotto o carabiniere chiedendo soldi. Un’attenzione condivisa anche con i militari dell’Arma, in prima linea per prevenire i raggiri ai più deboli.

L’arresto

Proprio un mese fa i poliziotti delle volanti e i colleghi della Squadra mobile erano riusciti ad arrestare un quarantatreenne campano, Raffaele Raucci, arrivato con un treno alla stazione e poi spostatosi in taxi per la città prima di mettere a segno una truffa a una donna nella zona di San Jacopo, in via Pietri, dalla quale era riuscito a farsi consegnare 40.000 euro di gioielli. Poco prima, attraverso il telefono, un “call center” di truffatori l’aveva convinta a consegnare la somma inscenando sempre un falso incidente stradale con un’indagine dei carabinieri. Fondamentale in questo caso la collaborazione fra agenti: appena arrivati a Livorno, infatti, Raucci è stato pedinato e appena ha agito è stato fermato e arrestato. Sapevano che era giunto in città per questo, i poliziotti, non sapevano però dove avrebbe colpito. Ma una volta scoperto lo hanno preso recuperando anche tutto il maltolto, che aveva nascosto in un marsupio.

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