Toscana, la Tirrenica ferma al palo per il Ponte sullo Stretto: la SS1 Aurelia resta una strada assassina
Dopo mezzo secolo di rinvii, il governo Meloni cancella i fondi per la messa in sicurezza: dirottati sulla grande opera tra Calabria e Sicilia. Cantieri pronti ma senza risorse
Non si può dire che la toponomastica non abbia il senso dell’ironia. La strada numero 1 in Italia, la SS 1 Aurelia, tra San Pietro in Palazzi (Livorno) e Tarquinia (Viterbo), 187 chilometri, si candida a essere l’ultima delle ultime strade portanti del Paese a venire trasformata in una struttura viaria moderna e sicura: la Tirrenica. Uno scandalo che dura da mezzo secolo, costato decine di vite umane in incidenti mortali, soprattutto nel tratto più vergognoso, quello a sud di Grosseto, con i suoi 12 chilometri a una sola corsia per senso marcia nel territorio di Capalbio, cancelli privati che si immettono sulla carreggiata, micidiali incroci a raso, addirittura abitazioni tra le due corsie a Orbetello. “Ovviamente” nessuna corsia di emergenza.
La svolta mai arrivata
Arrivati a un anno fa, sembrava che i tempi fossero maturi per la svolta. Finalmente si era definito il tipo di strada da realizzare: non più un’autostrada come si pensava nei primi anni Duemila (troppo costosa e impattante) ma una “autostradina”, cioè una superstrada “rafforzata”, con alcune migliorie anche nel tratto Grosseto-San Pietro in Palazzi, dove per lo meno si viaggia in superstrada. Finalmente si era deciso dove far passare il tracciato. E finalmente, nel 2022, si era sciolto il groviglio del passaggio di competenze per realizzarla, con conseguente acquisto dei progetti, da Sat (incaricata nel 1982 della progettazione, costruzione e gestione dei 242 chilometri tra Livorno e Civitavecchia) ad Anas. Dei 200 milioni di euro messi dal governo Draghi per chiudere la partita con Sat ne erano perfino avanzati 40. E del tratto maledetto, Grosseto-Tarquinia, ci sono due lotti pronti per andare a gara.
Completati anche i conti: l’importo dei lavori è di circa 1,5 miliardi di euro.
Lo stop del governo Meloni
Ecco però che l’anno scorso la storia della Tirrenica ha assistito a una novità mai vista in tanti anni. Per la prima volta, e proprio ora che il resto era stato definito il “cosa fare”, il governo Meloni ha scelto – proprio così: ha scelto – di “non fare più”.
Nella Finanziaria 2024 non figurano soldi per la Tirrenica. I soldi che servivano (non solo per questa strada, ma anche in parte per la Grosseto-Fano e per altre strade in tutta la regione) sono stati dirottati sulla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. L’opera, voluta a tutti i costi dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini (Lega), dunque, nel tempo di tracciare un rigo rosso sui conti pubblici ha sorpassato l’emergenza di mettere in sicurezza una strada assassina, la strada statale numero 1. Che dunque resta “prima” solo nel nome.
Il suo destino, ad oggi, latita – va detto – anche nei programmi elettorali dei candidati alla presidenza della Regione.
La svolta del governo è arrivata comunque in Toscana con il sapore di una beffa.
I cantieri pronti ma senza risorse
Per capire quanto si fosse vicini a vedere i cantieri aperti è cruciale un dettaglio. Gli interventi nei diversi lotti figurano nel Contratto di programma 2021-2025 tra Mit (ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) e Anas. Dal punto di vista della procedura, significa che hanno piena validazione. Poi, per carità, di soldi non c’è traccia, o quasi.
È comunque stato inserito il lotto 5A Ansedonia – Pescia Romana, del valore di 264.801.531 euro, che è già cantierabile, come si dice in gergo, per il quale cioè si potrebbe fare la gara d’appalto, ma che non ha risorse assegnate.
Cantierabile anche il tratto Pescia Romana – Tarquinia Tarquinia (lotto 6B), anche se non risulta inserito nel Contratto di servizio.
Per il tratto a nord di Grosseto, dove si deve fare una corsia di emergenza, figurano nel Contratto di Servizio i due lotti San Pietro in Palazzi-Scarlino (lotto 2), da 368.501.456 euro, e Scarlino – Grosseto Sud(lotto 3) da 254.674.569 euro, cioè tutto il percorso, ma anche qui alla voce “risorse già assegnate” la casella è vuota. Presenti anche i tratti Grosseto Sud - Fonteblanda (lotto 4) e Fonteblanda-Ansedonia (5B), ma senza l’importo dell’intervento.
Risulta finanziato solo il sovrappasso sullo scolmatore di Camporegio vicino ad Albinia (tratto Grosseto sud – Fonteblanda), circa 12,3 milioni, i cui lavori sono in corso.
Il Pd ha presentato al governo Meloni 15 emendamenti sulla Tirrenica, oltre a interrogazioni e ordini del giorno, il cui primo firmatario è il parlamentare grossetano Marco Simiani. L’ultimo Odg risale al 5 agosto. Simiani chiedeva al governo di impegnarsi in azioni concrete, immediate e verificabili, destinate a garantire nel prossimo disegno di legge di bilancio risorse certe, pluriennali e vincolate per adeguare la superstrada Tirrenica. Il punto è: se non si possono avere 1,5 miliardi subito, che almeno l’esecutivo “rateizzi”, finanziando 300 milioni l’anno per 6 anni. L’Odg è stato respinto.
Ultima spiaggia: la Finanziaria
A questo punto la prova del nove sarà la Finanziaria. «Il governo ci deve dire se ci vuole mettere risorse sì o no: diventa fondamentale anche nei rapporti con i cittadini», dice al Tirreno Simiani. «Non c’è bisogno di mettere la bandierina su chi avrà fatto la Tirrenica e chi no: bisogna fare quest’opera. Non è un problema di merito, ma di farla. Spero dunque che non ci sia bisogno di presentare un emendamento, ma che le risorse siano già dentro la Finanziaria». Da parte sua Simiani si dice «pronto a valorizzare questa scelta. E ricordo che il presidente della Regione Eugenio Giani si era detto disponibile a che la Toscana facesse la propria parte, mettendoci 100 milioni di euro».