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Attimo fatali

Livorno, muore al ristorante soffocato da un boccone: la tragedia davanti alla moglie

di Marco Susini

	Fulvio Ferrari
Fulvio Ferrari

Fulvio Ferrari è un ex lavoratore portuale: si trovava al circolo Arci di Torretta Vecchia, a Collesalvetti

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LIVORNO. È morto improvvisamente, soffocato da un boccone di carne mentre stava pranzando con la moglie, Fulvio Ferrari. Figura iconica dei servizi di sicurezza del Partito democratico, avrebbe compiuto 69 anni a novembre. La tragedia intorno alle 13 di martedì 9 settembre nel ristorante del circolo Arci di Torretta vecchia, a Collesalvetti. Inutili i tentativi di rianimarlo dei volontari della Pubblica assistenza colligiana, prontamente accorsa.

Una vita dedicata alla sicurezza del partito

Fulvio, sempre insieme al fratello gemello Fabio, aveva sempre svolto il lavoro della vigilanza durante le Feste de l’Unità o in occasione di manifestazioni politiche, iniziando durante la stagione del Partito comunista italiano per arrivare ai giorni d’oggi con il Pd. Anche alla festa livornese che si è appena conclusa i gemelli Ferrari erano stati presenti per tutta la durata della stessa, nella squadra della sicurezza coordinata da Gino Tinucci.

Il riconoscimento anche a livello nazionale

Lo zelo e la discrezione con la quale i Ferrari hanno sempre svolto questi delicati compiti li avevano fatti conoscere e apprezzare anche dai vertici romani del partito, tanto che in più di un’occasione erano stati chiamati a svolgere a Roma missioni in occasione di iniziative nazionali o per il servizio di scorta ai dirigenti.

I “Fratelli Torrone”

Fulvio, come Fabio, aveva lavorato per 30 anni nella Compagnia portuale e i due fratelli, entrambi dotati di un fisico imponente, erano conosciutissimi tra tutti i colleghi di lavoro che, con affetto e con il vezzo del soprannome così diffuso nell’ambiente portuale, solevano chiamarli i “Fratelli Torrone”.

Problemi di salute e rinascita

Fulvio aveva avuto di recente seri problemi di salute che gli avevano comportato un intervento chirurgico, seguito da una lunga degenza ospedaliera, ma ora si stava pian piano ristabilendo e aveva ripreso la vita di sempre. Era apprezzato da tutti per il suo carattere bonario e la sua estrema disponibilità, amante della buona tavola e della convivialità, davvero il classico “gigante buono” che mancherà a tutti.

Il ricordo del Pd

«Fulvio – così lo ricorda il consigliere regionale livornese del Pd, Francesco Gazzetti – ha partecipato sino all’ultimo giorno alla Festa de l’Unità, prestando servizio insieme al fratello Fabio e con Gino a coordinare gli altri compagni della sicurezza interna. Anche lunedì era al fianco del palco centrale durante l’evento politico conclusivo, con il suo sguardo attento e vigile. È qualcosa che non può essere spiegato a parole: Fulvio ha voluto onorare, sino all’ultimo, il suo impegno e il suo essere al servizio della sua comunità politica. Nei giorni precedenti all'avvio della festa, dopo una riunione, passai dalla Rotonda di Ardenza per rendermi conto di come erano state organizzate le cose. Erano le una di notte e in una macchina, a sorvegliare che tutto andasse per il meglio, c’era anche Fulvio e con lui anche Fabio. Lo salutai con affetto, come ho fatto in tutti questi giorni della festa. Era contento di esserci e tra un evento e l’altro abbiamo parlato di tante cose».

La famiglia

Lascia la moglie Giovanna Ginetti e i figli Nicolas e Alessia. 

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