Livorno, torna la coppia che ruba le mance: colpita la paninoteca "Pan di Nino"
Dopo il "Baretto" all’Accademia preso di mira il locale di Porta a Mare: «Terzo episodio». Il racconto: «Hanno finto di acquistare una bottiglietta d’acqua, poi hanno agito»
LIVORNO. Hanno rubato il salvadanaio delle mance, un maialino rosa, dalla paninoteca “Pan di Nino”, all’interno del centro commerciale di Porta a Mare. Colpo nelle ex officine del cantiere Orlando, dove nel pomeriggio di sabato 30 agosto c’è stato un nuovo furto delle offerte. È il secondo nel giro di pochi giorni in città, e anche in questo caso da parte di due donne, dopo quello messo a segno sempre sul lungomare al “Baretto” all’Accademia, il famoso chiosco fronte-mare, un luogo incantevole per i livornesi. «Non sappiamo quanto denaro contenesse esattamente, forse fra i 40 e i 50 euro – spiega il figlio del titolare del ristorante, Francesco Sidoti – ma ciò che fa rabbia è il principio: le nostre dipendenti si fanno un “mazzo” tanto, dandosi davvero un gran da fare. Capita sovente che i clienti le ricompensino, così possono prendere uno stipendio mensile leggermente più alto, poi arrivano queste ladre che non hanno assolutamente voglia di fare niente e rubano tutto. Non va bene, questo è ciò che di tutta questa vicenda mi ha dato più fastidio. Sono disgustato».
La ricostruzione
Le telecamere all’interno dell’attività commerciale hanno ripreso tutto. Nel giro di tre minuti, infatti, le due donne ordinano un caffè al bancone, vanno via e poi, con la scusa di acquistare una bottiglietta d’acqua naturale, approfittano della distrazione dell’addetta dietro al bancone per infilarsi il salvadanaio in una sacca. Erano in due: la prima sui 30-35 anni, la seconda più giovane, secondo la ricostruzione di Sidoti, che sottolinea come «la più giovane indossasse una maglietta bianca». Non è chiaro se siano le stesse due donne che hanno agito sabato 23 agosto al “Baretto” all’Accademia o le stesse che, la scorsa settimana, hanno portato via i cosmetici da Tigotà, in via Mastacchi. Una possibilità, al momento, dato che in quel caso (dal “Baretto”) non sono state riprese dall’impianto di videosorveglianza, che non c’è. Da “Pan di Nino”, invece, è presente: i fotogrammi potranno senz’altro essere utili agli inquirenti nel momento in cui il ristoratore decidesse di sporgere querela. Il padre Pier Luigi Sidoti, il titolare della società, al Tirreno ha confermato di volerla fare: «Dalle immagini si vedono benissimo – le sue parole – quindi spero proprio che vengano individuate. Ci tengo comunque a sottolineare che quanto accaduto non intacca la nostra fiducia verso le guardie giurate che operano nel centro commerciale: svolgono un ottimo lavoro e il servizio di vigilanza, all’interno delle Officine storiche di Porta a Mare, è impeccabile. Sono episodi che possono succedere, qui come nel resto della città. Purtroppo queste donne sono state molto abili nel distrarre la nostra dipendente, che in quel momento era sola. All’interno del salvadanaio, che avevano svuotato pochi giorni prima, credo ci fossero fra i 40 e i 50 euro, ma non posso essere preciso».
Terzo furto
Per “Pan di Nino”, sempre secondo quanto confermato da Pier Luigi Sidoti, si tratta del «terzo furto di mance». «Non abbiamo pace da questo punto di vista – prosegue il titolare della società – perché è evidente come questi episodi si ripetano. Ma ci tengo comunque a sottolineare l’ottimo lavoro del servizio di vigilanza interno, impeccabile da ogni punto di vista. Noi ci lavoriamo molto bene, non abbiamo problemi. Fortunatamente abbiamo installato le telecamere, sono regolarmente autorizzate e verranno utilizzate dagli inquirenti per identificare queste donne. In passato, fra l’altro, ci hanno rubato pure la cassa».
La protesta
«Queste persone – conclude invece il figlio del responsabile, Francesco Sidoti – vanno in giro con due grosse sacche, una sulle spalle e l’altra a tracolla sul petto. Sono tipo quelle per portare in giro i bambini, ma figli non ne avevano, almeno dalle immagini delle telecamere non li abbiamo visti. Sono evidentemente specializzate nel furto delle mance, mi dispiace veramente tanto per tutti i miei collaboratori perché per colpa di queste persone, che nella vita evidentemente non hanno voglia di fare niente, non potranno beneficiare di una paga un po’ più alta».
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