Il Tirreno

Toscana

La tragedia

Scontro in moto a Pisa, morti a 16 e 17 anni: sequestrati i video. La certezza del babbo di Leonardo

di Lorenzo Carducci e Luca Cinotti

	Jacopo Gambini e Leonardo Renzoni
Jacopo Gambini e Leonardo Renzoni

Il tragico incidente è avvenuto nella zona tra i Navicelli e il negozio Ikea. Il padre di Leonardo respinge la possibilità che sua figlio e Jacopo siano morti per un “gioco”

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PISA. Di certo c’è solo che due ragazzi non ci sono più: nella notte tra venerdì e sabato, all’ospedale Cisanello di Pisa, è stato dichiarato morto Leonardo Renzoni, il 16enne rimasto coinvolto in uno scontro in moto con Jacopo Gambini, 17 anni, il cui cuore aveva cessato di battere la sera di mercoledì, qualche decina di minuti dopo lo scontro.

Sulle cause di questo maledetto incidente al momento siamo allo stadio delle ipotesi: quella seguita al momento dalla procura per i minorenni di Firenze ruota intorno a un qualche tipo di sfida che i due giovani, entrambi appassionati di moto (anche se non amici particolarmente stretti) avrebbero affrontato. Magari con l’idea di riprendersi e di diffondere i video sui social o nelle chat di appassionati.

Ipotesi, appunto. Tutte da dimostrare, magari proprio a partire dai video. Come quelli delle telecamere nella zona dell’incidente: un enorme parcheggio, una striscia di asfalto che corre tra l’Aurelia e il canale dei Navicelli, a fianco dei cantieri della Darsena pisana e dell’Ikea. Un luogo di ritrovo per gli appassionati delle due ruote, perché vuoto per gran parte della giornata. Gli altri filmati che potrebbero aiutare a dipanare il filo della tragedia sono quelli (eventualmente) ripresi dai ragazzi presenti sul posto insieme a Jacopo e Leonardo (si parla di un gruppo di quattro o cinque persone). E poi ci sono quelli sui cellulari delle due vittime e quelli eventualmente rintracciati sui social.

Da qui la municipale di Pisa – delegata per le indagini – partirà per capire se c’è stata una sfida all’acrobazia più pericolosa. Da parte sua il padre di Leonardo, Michelangelo, respinge la possibilità che sua figlio e Jacopo siano morti per un “gioco”: «Sono abbastanza certo – ha detto nel pomeriggio di ieri – che quelle scritte finora sono cavolate».

La morte dei due giovanissimi ha gettato nella disperazione le comunità di Pisa (dove abitava Leonardo) e San Giuliano, residenza di Jacopo. Così come quelle degli amici di scuola e quelle di coloro che condividevano le passioni dei ragazzi, tipiche di tanti loro coetanei: la tecnologia, i videogame, le moto.

Leonardo, in particolare, aveva un canale YouTube assai seguito dove nel corso degli anni aveva caricato filmati legati al mondo dei videogame, ma anche esplorazioni urbane di edifici abbandonati e poi, ovviamente, video che lo ritraggono sulla moto. Giovani come tanti: dolci, complicati, un po’ sbruffoni, a volte incasinati. E generosi: i genitori di Leonardo hanno acconsentito all’espianto degli organi. «Lui l’avrebbe gradito – ha detto il padre –, non è mai stato geloso delle sue cose».
 

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