Livorno, operazione "Garibaldi": espulso per essere rimpatriato un ex studente di ingegneria
Il venticinquenne, poche ore dopo la notifica dell'indagine dei carabinieri, era stato sorpreso a spacciare dalla polizia in piazza Attias
LIVORNO. Uno di loro sarà interrogato nei giorni scorsi via Teams, in videoconferenza quindi, perché nel frattempo è stato accompagnato al centro di permanenza per il rimpatrio di Bari, in Puglia, dato che è stato espulso dall’Italia e la polizia vuole riportarlo in Arabia Saudita. Un altro – il ventinovenne gambiano Cherno Ngum, difeso dall’avvocata Erika Vivaldi – dalle Sughere ha invece deciso di parlare, con l’interrogatorio secretato e con la legale che per lui ha presentato istanza di scarcerazione. Tutti gli altri, davanti al giudice per le indagini preliminari Gianfranco Petralia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono questi gli esiti degli interrogatori di garanzia susseguenti all’operazione “Garibaldi”, la maxi-retata della scorsa settimana dei carabinieri che hanno messo a segno nove arresti e indagato 53 persone per spaccio di sostanze stupefacenti.
L’espulsione
Gli interrogatori di garanzia si sono conclusi nella mattinata di lunedì primo settembre, con il giudice che in tribunale ha ascoltato le persone colpite dalla misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Livorno. Fra loro l’ex studente di ingegneria di 25 anni Fares Mohamed Abdelhady, originario dell’Arabia Saudita e difeso dall’avvocata Alessandra Natale, al quale già era stata notificata un’analoga misura cautelare (il divieto di dimora nel comune di Livorno) lo scorso marzo, quando venne arrestato dai “Baschi verdi” della guardia di finanza con dieci dosi di cocaina dal peso di 3,4 grammi, oltre a cinque involucri di hashish da 50,38 e mezzo panetto sempre della stessa sostanza da 47,95, per un totale di 98,23 grammi della droga più leggera. Poche ore dopo l’operazione “Garibaldi”, invece, gli agenti delle volanti della polizia lo avevano sorpreso insieme a un ventottenne egiziano con 20 grammi di hashish in piazza Attias. Portato in caserma, per lui è scattato il provvedimento di espulsione, con l’accompagnamento al centro di permanenza per il rimpatrio pugliese.
Gli altri interrogatori
Ngum è l’unico che ha deciso di parlare, anche se per ragioni investigative non è noto ciò che ha dichiarato ai magistrati. Gli altri indagati – difesi dalle avvocate Barbara Luceri, Guia Tani ed Eloisa Aliotta – davanti al giudice Petralia e alle pm Antonella Tenerani e Alessandra Fera si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono il trentanovenne senegalese Alioune Gueye, il ventiseienne guineano Tijan Jallow, il diciottenne egiziano Mahmoud Mohamed – che si trovano alle Sughere – e la trentenne livornese Samira Najai (ai domiciliari), mentre fra coloro colpiti dal divieto di dimora in provincia di Livorno sono comparsi in tribunale il quarantenne tunisino Mohamed El Mhadbi – due anni fa al centro delle cronache per un arresto da parte di due carabinieri dopo una rapina, uno dei quali lo colpì di striscio con un calcio ripreso dal video di un abitante – il trentenne senegalese Ahmed Bayo e il ventisettenne gambiano Babucarr Jobe.
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