Il Tirreno

Livorno

L'operazione

Livorno, scarcerati i due giovani arrestati per aver spacciato droga in un panificio

di Stefano Taglione
Agenti dei "Falchi" della Squadra mobile di Livorno (foto d'archivio)
Agenti dei "Falchi" della Squadra mobile di Livorno (foto d'archivio)

L’attività commerciale nel frattemp è stata chiusa dalla questora Giusy Stellino per sette giorni. Il proprietario, stando a quanto ricostruito, era all'oscuro di quanto attuato da un dipendente e dal suo amico

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LIVORNO. Hanno lasciato il carcere delle Sughere, dove si trovavano in regime di custodia cautelare in attesa della convalida dell’arresto, i due giovani tunisini fermati nella serata di lunedì 23 giugno dagli agenti dei “Falchi” della Squadra mobile mentre spacciavano – secondo l’accusa – in una panetteria del centro. Per il ventenne Youssef Ben Ahmed e il ventiduenne Yassine Sghaier, difesi dall’avvocata Barbara Luceri, l’arresto è stato convalidato dal tribunale, ma ora sono liberi: Ben Ahmed dovrà però ottemperare all’obbligo di firma in questura.

Attività chiusa

Uno dei due sarebbe un dipendente dell’attività, l’altro invece un semplice frequentatore. Il titolare del panificio sarebbe stato all’oscuro di tutto, motivo per il quale Il Tirreno non lo rende noto. In ogni caso, «per la gravità accertata», la questora Giusy Stellino «ha disposto la sospensione dell’attività per sette giorni ai sensi dell’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, atteso che le conseguenze criminose accertate avrebbero potuto riverberarsi negativamente sul mantenimento dell’ordine e la sicurezza pubblica». I sequestri Nell’ambito degli accertamenti i poliziotti della Squadra mobile, diretti dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli, scoperto il presunto giro di spaccio avevano subito perquisito Ben Ahmed, sorpreso mentre per 20 euro consegnava una dose di hashish a un cliente, subito bloccato. Il giovane, in una tasca dei pantaloni, nascondeva 14 involucri in cellophane con all’interno 7,75 grammi di cocaina (il peso è lordo), mentre 40 euro suddivisi in una banconota da 20 e due da 10. Sghaier, invece, con sé non aveva niente. In una borsetta nera vicino al bancone, tuttavia, sono stati trovati altri due involucri con 6,25 grammi di hashish e 60 euro. L’involucro, fra l’altro, era identico a quello appena consegnato al cliente in Vespa. Secondo i “Falchi” il borsello era di Sghaier, perquisito pure nella sua abitazione: in un armadio della mansarda, infatti, gli agenti hanno trovato un involucro aperto in cellophane con il marchio “Simba” e il logo a colori sempre raffigurante il cucciolo del cartone del “Re Leone” con 71,83 grammi di hashish. l S.T. © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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