Il Tirreno

Livorno

L'operazione

«Nel panificio del centro di Livorno si spaccia droga», la polizia fa irruzione: due arresti

di Stefano Taglione
I "Falchi" della Squadra mobile della polizia di Stato (foto d'archivio)
I "Falchi" della Squadra mobile della polizia di Stato (foto d'archivio)

Sequestrati hashish, soldi e cocaina: il titolare ne sarebbe stato all’oscuro. Chi sono le persone fermate e l'entità dei sequestri

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LIVORNO. Avrebbero spacciato droga all’interno di un panificio del centro, i cui titolari erano però ignari di tutto. I “Falchi” della Squadra mobile, gli agenti in moto diretti dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli, hanno scoperto il presunto traffico illecito grazie a un pedinamento in borghese, seguendo un ragazzo in Vespa che, nella serata di lunedì scorso, si era fermato davanti al negozio pagando – secondo l’accusa – 20 euro per una dose di hashish a un giovane che indossava la maglia del Milan.

Il blitz

È a questo punto che è scattato il blitz. Il cliente, subito perquisito, ha consegnato spontaneamente lo stupefacente rivelando che ne avrebbe fatto solo un uso esclusivamente personale, motivo per il quale verrà segnalato alla prefettura come consumatore abituale. Mentre i colleghi, per non dare il tempo ai “fornitori” di scappare, sono entrati all’interno della panetteria arrestando due persone: sono il ventenne tunisino Youssef Ben Ahmed, che con addosso la maglia di calcio aveva appena consegnato l’hashish al giovane in motorino, e il ventiduenne Yassine Sghaier, che si trovava dietro al bancone e, al pari dell’amico, indossava una divisa sportiva, in questo caso della squadra londinese del Tottenham Hotspur. Uno dei due sarebbe un dipendente dell’attività, l’altro invece un semplice frequentatore e disoccupato. Il titolare, stando a quanto emerso, sarebbe stato ignaro di tutto. Per questo, Il Tirreno, omette il nome del panificio teatro del contestato giro di droga, in quanto appunto la società risulta totalmente estranea alle vicende contestate dalla procura sulla base delle indagini della polizia di Stato, che ha effettuato i controlli nell’ambito dell’operazione ad «alto impatto» disposta dalla prefettura.

I sequestri

I poliziotti hanno subito perquisito Ben Ahmed. Il giovane, in una tasca dei pantaloni, stando alla ricostruzione degli inquirenti nascondeva 14 involucri in cellophane bianco termosaldato con all’interno 7,75 grammi di cocaina (il peso è lordo), mentre 40 euro suddivisi in una banconota da 20 e due da 10. Sghaier, invece, con sé non aveva niente. In una borsetta nera vicino al bancone dell’attività commerciale, tuttavia, sono stati trovati altri due involucri di cellophane trasparente con 6,25 grammi di hashish (anche in questo caso il peso è lordo) e 60 euro in contanti. L’involucro, fra l’altro, era identico a quello appena consegnato al cliente in Vespa. Secondo i “Falchi” della Squadra mobile il borsello sarebbe appartenuto a Sghaier, perquisito pure nella sua abitazione a poca distanza dal panificio: in un armadio della mansarda, infatti, gli agenti hanno trovato un involucro aperto in cellophane con il marchio “Simba” e il logo a colori sempre raffigurante il cucciolo del cartone del “Re Leone” con 71,83 grammi di hashish (anche in questo caso il peso è lordo). Per questo, entrambi i giovani, su disposizione del pubblico ministero di turno in procura sono stati arrestati in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Entrambi hanno nominato come avvocata di fiducia la livornese Barbara Luceri.

La convalida

Nella mattinata del 26 giugno, davanti al giudice Gianfranco Petralia, in tribunale si terrà l’udienza di convalida dell’arresto.

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