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Livorno, permessi antincendio facili. Gli imprenditori Petucco e Bastreri: «Siamo stupefatti»

L'imprenditrice di Portoferraio Graziella Petucco, 78 anni
L'imprenditrice di Portoferraio Graziella Petucco, 78 anni

La coppia portoferraiese è indagata per concorso in corruzione nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere il dirigente dei vigili del fuoco Giuseppe Mazzotta: «Dimostreremo in ogni sede la nostra estraneità»

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LIVORNO. Si sono dichiarati «stupefatti per quanto gli sta accadendo», estranei ai fatti contestati e se dovessero essere chiamati a rispondere di qualsiasi ipotesi di reato relativo alle vicende oggetto dell’inchiesta «dimostrerebbero in ogni sede la loro estraneità». Comunque «si riservano ogni tutela nei confronti di chiunque possa ledere la loro onorabilità e immagine pubblica e professionale».

È quanto dichiarano, contattati dal Tirreno, gli imprenditori portoferraiesi Graziella Petucco, 78 anni, e il marito Alberto Bastreri, di 81, indagati per concorso in corruzione nell’ambito dell’inchiesta sui presunti permessi antincendio facili delegata dalla pubblico ministero Antonella Tenerani alla Squadra mobile della polizia di Stato, coordinata dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli. Un’inchiesta che, nel suo complesso, vede 30 indagati e che – come spiegato nei giorni scorsi dalla polizia di Stato con una nota ufficiale – «è iniziata nel mese di maggio del 2023 a seguito di una denuncia presentata da alcuni titolari di esercizi commerciali per presunte condotte concussive poste in essere da un funzionario dei vigili del fuoco e presto supportata da presidi tecnici vari (intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali)».

A scrivere in merito alla vicenda, con una richiesta di rettifica, è anche l’avvocato della coppia, Roberto Piccolo: «Quanto riportato con riferimento ai miei assistiti in maniera improvata, non vera e che supera i limiti del diritto di cronaca e cioè che Alberto Bastreri sia collaboratore del signor Giuseppe Mazzotta congiuntamente alla moglie Graziella Petucco – scrive il legale del foro di Arezzo – è circostanza altamente diffamatoria quanto falsa, lesiva dell’onore, della professionalità e della pluriennale e onesta loro carriera. Negli articoli vi è l’espresso riferimento ai nomi, cognomi ed età dei signori Petucco e Bastreri, riferimento inquadrato suggestivamente in fatti ed episodi di cui i miei clienti non hanno alcuna conoscenza. Il lettore è indotto surrettiziamente, nella fase di massima esposizione mediatica della vicenda che trattate, a ritenere protagonisti e partecipi i signori Petucco e Bastreri in ruoli (“collaboratori del Mazzotta” per l’isola d'Elba) che in realtà risultano totalmente avulsi ed estranei anche dall’ipotesi accusatoria da cui scaturisce l’inchiesta attualmente in corso. Dalla lettura degli articoli comparsi sul vostro giornale emergono fatti e circostanze di cui si sarebbero resi protagonisti i miei assistiti, frutto di un’evidente forzatura e interpretazione suggestiva degli elementi di indagine evidentemente in vostro possesso e di cui non rivelate le fonti, totalmente sconosciuti a me e ai miei assistiti: il tutto ben oltre il limite del diritto di cronaca».

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