Permessi antincendio facili, indagato il presidente degli albergatori dell'Elba: «Volevano farmi cambiare tecnico»
L'imprenditore Massimo De Ferrari, originario di Genova e a capo dell'hotel Hermitage della Biodola, a Portoferraio: «Corruzione? Non esiste assolutamente, abbiamo evitato che certe persone acquisissero le nostre pratiche»
LIVORNO. «Sono assolutamente tranquillo, anche perché quando alcune persone mi hanno prospettato di cambiare tecnico per ottenere più velocemente la certificazione antincendio mi sono opposto, rivolgendomi sempre al mio professionista di fiducia, con il quale ho ormai un rapporto quindicinale. L’ingegner Giuseppe Mazzotta? È venuto a fare il sopralluogo in uno dei miei alberghi, l’Hermitage della Biodola, e ci ha obbligato come è giusto che sia pure ad alcune integrazioni. Al massimo gli sarà stato offerto il pranzo, ma io nemmeno ero presente: al lavoro c’era il direttore».
A parlare è il presidente degli albergatori elbani, il settantaquattrenne genovese Massimo De Ferrari, a capo della società di famiglia che gestisce diversi hotel fra cui il famosissimo cinque stelle sulla spiaggia della Biodola, nel comune di Portoferraio. L’imprenditore, insieme alla sorella sessantanovenne Raffaella De Ferrari, è accusato – come spiega lui stesso – di concorso in corruzione nell’ambito del rinnovo della certificazione antincendio in capo alla società per la quale è rappresentante legale.
Presidente, l’ipotesi di reato nei suoi confronti è concorso in corruzione nell’ambito della operazioni per il rinnovo della certificazione antincendio.
«Sono assolutamente tranquillo perché nel mio caso ritengo che la corruzione non sia mai esistita. Il massimo episodio corruttivo sarebbe aver offerto il pranzo al funzionario dei vigili del fuoco Giuseppe Mazzotta quando è venuto qui per il sopralluogo».
A quando risale il rinnovo della certificazione e in cosa consisteva?
«Aprile dell’anno scorso: le certificazioni antincendio periodicamente scadono e devono essere rinnovate. Puoi chiedere una certificazione spiegando che dalla precedente non è cambiato niente, ma non era il mio caso, oppure presentare una nuova pratica in relazione a ciò che è cambiato. Per il mio hotel, l’Hermitage, parliamo della cucina e della sala congressi».
E, in questo frangente, per la pratica qualcuno le ha consigliato di rivolgersi a un altro tecnico?
«Sì, c’è stato questo tentativo di introdursi nella mia pratica, ma ho detto no. Anche per questo sono molto tranquillo».
Lei è chiamato in causa in quanto legale rappresentante della società.
«Esatto, nemmeno c’ero quando Mazzotta è venuto a fare il sopralluogo».
Un sopralluogo che ha portato alla richiesta di integrazioni.
«Sì, in particolar modo riguardo la cucina. Noi abbiamo redatto regolarmente la pratica che poi, come da prassi, viene inviata al comando dei vigili del fuoco provinciale, in questo caso quindi Livorno. I pompieri possono decidere poi di fare o meno il sopralluogo per verificare la situazione e nel mio caso è stato fatto e sono state richieste delle integrazioni. Ricordo che avrei potuto rimuovere una porta antincendio che avevo installato nella cucina, mentre il tecnico sempre nello stesso locale al contrario dei miei cuochi avrebbe voluto chiudere alcune griglie. Poi le abbiamo chiuse».
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