Inquinamento, “Porto Pulito” invoca centraline vicino al porto di Livorno
L’associazione parla dei dati relativi ai mesi di marzo e aprile pubblicati sul sito di Arpat: la nota
LIVORNO. L’Associazione Livorno Porto Pulito esprime perplessità in merito ai dati pubblicati sul sito istituzionale di Arpat relativamente ai riscontri quotidiani delle centraline che si trovano in viale Carducci, in piazza Cappiello e in via La Pira a Livorno (Qui l’articolo).
«Nonostante le ripetute precisazioni in passato – scrive l’associazione – si torna a prendere a riferimento il dato degli inquinanti rilevato da centraline molto distanti dal porto (dagli oltre 2 chilometri del viale Carducci agli oltre 4 di piazza Cappiello) che evidentemente non possono avere significatività rispetto alla problematica».
Porto Pulito ricorda che il 12 febbraio scorso il Consiglio comunale di Livorno ha approvato all’unanimità una mozione che richiede l’installazione di centraline fisse di rilevamento Arpat nelle immediate vicinanze del porto. Per l’associazione, i valori relativi agli ossidi di azoto e alle polveri presenti nella legislazione italiana sono superiori rispetto a quelli proposti attualmente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, «che – sostiene – risultano rispettivamente tre, quattro e cinque volte inferiori rispetto al PM10, al biossido di azoto e al PM2.5».
«Comprendiamo – conclude Porto Pulito – la volontà di rassicurare la cittadinanza e gli operatori del settore crocieristico, ma in una materia delicata come la salute delle persone è indispensabile una maggiore prudenza e attenzione: il combinato disposto delle due questioni (distanza delle centraline dal porto e conformità dei limiti di legge) equivarrebbe a sostenere che per rilevare la temperatura corporea è sufficiente appoggiare il termometro su un ginocchio anziché sotto l’ascella, portando inoltre la soglia della febbre a 148 gradi centigradi anziché ai 37».
Per dirimere la questione, al di là della installazione di centraline fisse che possono avere tempi lunghi di autorizzazione e attuazione, basterebbe, come alcune agenzie regionali hanno fatto in altre realtà, vedi Civitavecchia, utilizzare una centralina mobile per un periodo di due/tre settimane direttamente all’entrata del porto. Per il momento, i dati ufficiali sono quelli diffusi da Arpat.