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Ambiente e scalo

Livorno, al boom delle crociere di aprile non corrisponde un aumento dell’inquinamento: i dati delle centraline e il confronto

di Maurizio Campogiani

	Una veduta della città dallo scalo (foto Stick)
Una veduta della città dallo scalo (foto Stick)

Le medie sono addirittura più alte nel mese in cui il traffico delle “città galleggianti” non era ripreso appieno

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LIVORNO. Sembra incredibile, ma nel perimetro urbano di Livorno dal punto di vista ambientale non si stanno osservando sostanziali cambiamenti in presenza o in assenza di navi da crociera. È quanto emerge andando a leggere i dati quotidiani pubblicati sul sito istituzionale dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale e verificando le medie riscontrate nelle tre centraline interessate, quella di viale Carducci, quella di piazza Cappiello e quella di via La Pira.

Paradossalmente, anzi, le medie mensili delle tre sostanze più impattanti controllate, ovvero PM10, PM2.5 e NOX, risultano più alte nel mese di marzo, quando il traffico crocieristico era ancora ridotto, rispetto ad aprile, quando si è registrato un autentico boom di presenze delle cosiddette “città galleggianti”. In ogni caso, comunque, in entrambi i mesi osservati non si è mai registrato neanche un avvicinamento alla soglia di allarme indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e fatta propria dalla legislazione italiana.

Andando nello specifico, la centralina di viale Carducci, quella più vicina all’area portuale, nel mese di marzo ha evidenziato una media di 16 microgrammi al metro cubo per quanto riguarda il PM10 (il limite massimo consentito dalla Legge è di 50 microgrammi). Il picco massimo è stato registrato il 7 e l’8 marzo con 29 microgrammi. Gli ossidi di azoto hanno fatto registrare a marzo una media di 71 microgrammi (il limite massimo consentito è di 200), con un picco di 107 microgrammi il 6 marzo. 9 microgrammi è stata invece la media riscontrata a marzo per quanto concerne il PM2.5 (massimo consentito 25 microgrammi), con un picco di 18 emerso nella giornata del 7 marzo. Ad aprile, sempre in viale Carducci, medie più basse: 16 microgrammi per il PM10 con picco di 30 il giorno 27; 56 microgrammi per gli ossidi di azoto (massimo raggiunto 77 il giorno 29); 7 microgrammi per il PM2.5, con limite massimo toccato sempre il 29 aprile con 13 microgrammi.

Analoga la situazione riscontrata alla centralina di piazza Cappiello. A marzo, per quanto riguarda PM10, NOX e PM2.5, la media riscontrata è stata rispettivamente di 15, 32 e 6 microgrammi. Più alta di quella di aprile, misurata in 13 microgrammi per il PM10, in 26 per gli ossidi di azoto e per 6 microgrammi per quanto concerne il PM2.5.

Lo stesso discorso vale per i risultati emersi dalla centralina di via La Pira, apparecchiatura nella quale non vengono misurate le polveri ultrasottili (PM2.5). Relativamente al PM10 a marzo la media è stata di 14 microgrammi contro i 15 di aprile, mentre per quanto riguarda gli ossidi di azoto il valore emerso a marzo è stato di 37 microgrammi, mentre quello di aprile si è fermato a quota 31 microgrammi.

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