Pd livornese, decisa la segreteria: ecco la nuova squadra verso il voto del 2024
Con i giovani età media di 40 anni, Quintavalle resta vice. Mirabelli tiene per sé la spinosa delega sui rifiuti e quella al traffico
LIVORNO. Ha deciso la squadra che lo accompagnerà d’ora in avanti il rieletto segretario comunale del Pd, Federico Mirabelli. L’ha presentata ieri, nella sala al primo piano della sede di via Donnini. Meno persone rispetto all’ultima volta (i membri della segreteria prima erano una ventina) ed età media che si abbassa: «È di 40 anni, 43 se si considerano anche i 3 rappresentanti per funzione». Segno, dice, della volontà di fare una «scommessa di rinnovamento e innovazione».
La segreteria del Pd livornese è da ieri formata da nove persone, Mirabelli compreso, più i tre volti che rappresentano i Dem in consiglio comunale (il capogruppo Paolo Fenzi, 61 anni, funzionario all’Inps), la Conferenza delle donne (Rita Villani, 69 anni, ex dipendente del Comune nel settore dei servizi prima infanzia) e i Giovani Dem (Bernardo Taddei, 21 anni, studente universitario). A proposito di Giovani Dem, dentro ce ne sono parecchi: vedi Simone Aprea, 29 anni, consulente legale e volontario Svs, che sarà chiamato a coordinare l’area di lavoro sull’assetto del territorio; o Mia Diop, 21 anni, studentessa universitaria che è stata eletta anche nel consiglio comunale dei ragazzi e che è la più giovane del comitato nazionale costituente del Pd (nella segreteria dovrà coordinare diritti e pari opportunità); o ancora Chiara Macchi, 19 anni, anche lei studentessa, ha la “delega” agli affari istituzionali.
Accanto a Mirabelli (che detto per inciso alle primarie ha votato Elly Schlein) ecco confermato come vice segretario Alessio Quintavalle, 53 anni, avvocato e una passione per la vela. A seguire economia e lavoro dovrà essere invece Franco Spinella, 53 anni, tecnologo all’istituto nazionale di fisica nucleare a Pisa. L’area politiche sociali sarà guidata da Giulia Aringhieri, 35 anni, infermiera in un centro medico sportivo e campionessa paralimpica della nazionale di sitting volley, ai vertici dell’associazione Sintomi di felicità. La cultura a Giulia Cecchi, 39 anni, educatrice. Responsabile dell’organizzazione resta un pezzo di storia del partito, Mario Camici, 69 anni.
Mirabelli, in questo anno che separa la città dalle elezioni per il sindaco, ha deciso di occuparsi direttamente nella sua segreteria, quindi nel partito, di “vivibilità urbana”, che in soldoni vuol dire ambiente, rifiuti e traffico. Che guarda caso sono le deleghe calde in mano a una delle assessore, Giovanna Cepparello, che nella giunta comunale di Luca Salvetti non hanno la tessera del Pd. «Me li tengo io», dice Mirabelli, che a domanda si affretta subito a sottolineare che non Cepparello non ci sono problemi, «andiamo d’accordo», ma Aamps, futuro dell’inceneritore, cambio della raccolta differenzia in centro, internalizzazione dei parcheggi blu, in generale le politiche della sosta «sono i punti più aperti e più vivi del dibattito in città». Mirabelli sarà una specie di assessore ombra?
Intanto ieri ha cominciato la presentazione dei suoi parlando del lavoro, quello a rischio alla BCube: «Auspichiamo una soluzione positiva in poco tempo, o porteremo il tema all’attenzione delle istituzioni insieme alle altre forze politiche». Si intuirà dalle nuove “deleghe” che il nuovo format della segreteria – come lo chiama in apertura – rispecchia per temi il lavoro delle commissioni consiliari in Comune. Alla base tre punti: «sostenere con forza l’amministrazione comunale nella conclusione di questo mandato; preparare le prossime elezioni amministrative; mobilitare più persone possibile per raggiungere questi obiettivi, vogliamo che il programma del 2019 vada avanti per un’altra consiliatura, ci crediamo». Primo appuntamento il 14 aprile con “Recall 2023”, iniziativa sugli obiettivi di mandato che coinvolgerà non solo i gruppi di maggioranza ma associazioni e sindacati.
Parentesi: Mirabelli dice di non avere usato il «bilancino» in segreteria tra chi ha sostenuto Schlein e chi ha sostenuto Bonaccini all’ultimo congresso, parla di «pluralismo», «ci si misura sui temi», «il punto non è la targa di provenienza». Ma non c’è nessuno del circolo di Colline che aveva sostenuto lo sconfitto Pasquale Lamberti: «Non utilizzo clave nei confronti di nessuno», ma «chi lavora nella segreteria lo fa condividendo un percorso, quando ci si contrappone in un certo modo, gli spazi per ricucire nell’immediato sono pochi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA