Il Tirreno

Livorno

L’intervista

Il colonnello della Finanza: «Tutto non si può fermare ma ai “narcos” stiamo creando problemi»

Stefano Taglione
grosseto guardia di finanza cambio comandante cesare antuofermo
grosseto guardia di finanza cambio comandante cesare antuofermo

Il comandante provinciale: «Con i livornesi questa droga non ha nulla a che fare»

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Livorno «I varchi doganali sono costantemente presidiati. Non abbiamo l’arroganza di pensare di riuscire a bloccare tutta la droga che transita dal porto, perché sarebbe impossibile, ma quando sento dire che fermiamo un container e contemporaneamente ne passano altri dieci, mi arrabbio. Così si mortifica un’attività investigativa importante, anche perché alla criminalità organizzata abbiamo creato un danno economico importante. Qualcuno, in questo momento, sta avendo dei problemi...».

A parlare, dopo il sequestro dei 180 chili di cocaina è il comandante provinciale della guardia di finanza, il colonnello Cesare Antuofermo. Sono stati i suoi militari, insieme ai tecnici dell’Agenzia delle dogane, a fermare l’ennesimo carico di “polvere bianca” sulle navi portacontainer.

Colonnello, avete messo a segno un altro importante sequestro di cocaina sulle nostre banchine. Il porto di Livorno si conferma un crocevia della droga.

«È un porto, come altri in Italia, con rotte interessanti per il traffico di stupefacenti e dove c’è stata una crescita generale, anche di attività illecite come questa».

Le indagini adesso vanno avanti.

«Il nostro compito è riuscire a scovare gli esfiltratori, coloro che estraggono la droga dai container. E non sono certo persone comuni, ma pericolose. Ma non posso dire di più, perché l’inchiesta è in corso».


Dove va a finire tutta questa droga?

«Sicuramente non a Livorno. Qui neanche la vedono, forse ne tornerà indietro un piccolo quantitativo fra un mese, ma posso assicurare che non c’è nessun livornese che sa qualcosa di questi traffici.

Sequestrare 180 chili crea danni alla criminalità organizzata.

«Sì, parliamo di un quantitativo importante. In questo momento c’è qualcosa, forse neanche in Italia, che sta avendo dei problemi perché abbiamo creato un danno economico importante agli importatori». 

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