Il Tirreno

Firenze

Dopo le plemiche

Deltaplano sul corteo per Gaza, parla il pilota: «Io inneggio ad Hamas? Assurdo, sopra c’è l’arcobaleno della pace»

di Elena Andreini

	Carlo Berni a bordo del deltaplano
Carlo Berni a bordo del deltaplano

Calenzano, Carlo Berni travolto dalle polemiche social dopo che un attivista ha pubblicato il video del deltaplano con la scritta "Do you remember" riferita alla strage del 7 ottobre: «Sono pacifista da sempre e un appassionato fotografo di immagini aree, la gente lo ha capito»

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CALENZANO. Il suo deltaplano a motore porta l’arcobaleno della pace sulle ali. Carlo Berni, appassionato di speleologia e di volo e fotografo storico della bandiera della pace sulla Calvana, da lunedì è al centro di un linciaggio social per la sua decisione di fotografare l’immensa manifestazione per Gaza dal cielo, volando sopra le migliaia di partecipanti e fotografare quei momenti. Berni ha una voce calma e tranquilla, incredulo di quanto il semplice gesto del volo, per lui così abituale, questa volta abbia creato uno scompiglio mediatico, effetto di un attivista pro-Pal fiorentino che ha pubblicato un video del deltaplano che plana sul corteo sui social con la frase “Do you remember?”, in riferimento alla strage del 7 ottobre compiuta da Hamas anche con quei velivoli. Quella frase, spiega Berni «è stata una coltellata, ma c’è tanta gente che su questo ci marcia».

Ha preferito non rispondere ai social perché, dice, «non si farebbe altro che innescare un meccanismo a loro favore». «So bene come funziona la macchina del fango – spiega Berni –, quello che mi ha stupito è la grande solidarietà arrivata da ogni parte e quello che mi è piaciuto di più è stato quando sono voltato sopra le molte persone, tutta quella gente ha avuto un’ovazione di entusiasmo. Ed era evidente che l’emozione fosse causata dai colori della pace sul deltaplano. Non riesco a capire come mai siano state dette certe parole nei miei confronti, bisogna mettersi d’impegno per dire che inneggiavo ad Hamas, è assurdo. Non capisco veramente come si possa arrivare a fare un collegamento del genere se non in malafede».

Berni sul deltaplano a motore vola da oltre 40 anni, da quando come appassionato di speleologia e fondatore dell’Unione speleologica di Calenzano, visionava il territorio «per trovare nuove scoperte». Oggi è in pensione dopo una vita passata ad occuparsi di arredamenti standistici in tutto il mondo, ma la passione per la speleologia lo porta nelle scuole di Calenzano e Prato. «Ho imparato a volare quando ancora non c’erano i droni – racconta Berni – e come speleologo l’unico sistema era vedere le stratificazioni dall’alto. C’era l’esigenza di vedere il territorio dal cielo e così presi il brevetto. L’ho usato come mezzo».

Poi 23 anni fa proprio grazie al deltaplano a motore Berni riesce e fotografare dall’alto la lunga bandiera della pace adagiata sui Monti della Calvana durante una manifestazione contro le guerre. «Il deltaplano porta i colori della pace – spiega Berni – e lunedì solo pochi non hanno capito il mio gesto, quelli della manifestazione mi hanno accolto con un’ovazione ed è stato bellissimo perché c’erano molti giovani. Come dico sempre quando vado nelle scuole, bisogna partire dai giovani. E lunedì ho visto così tanti giovani che mi hanno aperto il cuore». Il velivolo bianco e arcobaleno avrebbe dovuto sgombrare subito ogni dubbio, ma c’è chi ha perfino falsificato la realtà, sostenendo che i colori che lo ricoprivano fossero quelli della Palestina o di Hamas. Anche i fra i giornalisti e i politici. Una mistificazione.

Il volo di Carlo Berni, è durato pochissimo. Colpa delle condizioni meteo non favorevoli e poche sono state le sue foto scattate con una macchina fotografica e non con lo smartphone. «Era difficile fotografare dall’alto – racconta – perché c’era in atto una perturbazione e venti contrari e quindi era difficilissimo volare. Ho cercato cinque volte di atterrare. Poi ci sono riuscito e ho seguito partecipato alla manifestazione a piedi insieme agli altri. Non era facile scattare foto anche perché dovevo stare attento oltre che al vento ai fili dell’alta tensione, però a mio parere una manifestazione del genere aveva bisogno di immagini scattate dall’alto».

Il volo libero come quello del deltaplano, spiega Berni, «non ha restrizioni particolari – spiega – solo limiti relativi alle zone e alle quote: non si può volare sopra i 300 metri». Attorno a Berni si è mobilitata la solidarietà esplosa anche sui social, ma, come preferisce lui, l’abbraccio è stato soprattutto attraverso le numerose telefonate ricevute. «Mi hanno chiamato anche dalla Germania, la notizia ha fatto il giro del mondo e alcune persone che conosco mi hanno chiamato per portarmi la loro vicinanza. A me sembra che tutti abbiano capito la mia posizione». Anche il consiglio direttivo dell’associazione Unione speleologica di Calenzano Odv è vicino al suo fondatore. Berni è «ingiustamente vittima di un gravissimo linciaggio mediatico» attuato da «utenti non ben informati» e «qualsiasi persona che conosca Carlo può testimoniare il suo convinto pacifismo e la sua totale estraneità a qualsiasi giustificazione di atti violenti. Il volo di Carlo vuole solo essere un messaggio di pace come altre volte ha fatto. La famosa foto che lo ritrae mentre vola sulla bandiera della pace di un km che fu stesa sulla Calvana nel 2003, contro la guerra in Iraq, è certamente il ritratto più veritiero di Carlo Berni».


 

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