Pro Pal, treni bloccati a Lucca: in arrivo le denunce. E spunta il “trucco” del minore che organizza
Le indagini: applicando la legge, a Pisa e Calenzano migliaia rischiano due anni di reclusione
LUCCA. Un preavviso di manifestazione per qualche centinaio di persone e poi tra piazze e strade ne arrivano oltre duemila. Un percorso non dichiarato che paralizza la città di Lucca su una circonvallazione che cinge la Mura già a scartamento ridotto da decenni. E a chiudere la sequenza pure i blocchi stradali e ferroviari con una palese violazione della legge documentata da foto e video che in queste ore stanno tenendo impegnata la Digos.
Nel corteo pro Palestina di lunedì tra centro storico, quartiere Sant’Anna e stazione per la questura decine di persone sono andate fuori dal seminato. Per effetto dell’ultimo pacchetto di sicurezza voluto dal governo Meloni anche solo sedersi sui binari o interrompere la circolazione stradale significa commettere un reato. Quando quelle azioni vengono riprese e documentate allora quel gesto diventa una notizia di reato.
È solo questione di tempo e quando i volti verranno associati alle generalità allora partiranno le denunce. Che potrebbero essere migliaia nell’applicazione della legge anche nelle altre città toscane dove le manifestazioni Pro Pal hanno avuto ricadute sulle infrastrutture, come ad esempio il blocco della Fi-Pi-Li e Calenzano.
Quello che è evidente e tracciato si accompagna a un metodo che non viene messo in risalto, ma che è sempre più ricorrente. Anche per la manifestazione di Lucca a fare la richiesta di preavviso sono stati alcuni studenti, qualcuno pure minorenne. Liceali spinti dalla passione civile che, però, non sarebbero del tutto consapevoli che le violazioni riscontrate nel corso dell’evento poi ricadono anche su di loro in una sorta di responsabilità oggettiva applicata d’ufficio.
Dai primi accertamenti della polizia è emerso che a orchestrare la mobilitazione non sarebbero stati gli studenti che avevano messo la faccia e i nomi con la questura. Sono stati altri che poi hanno deciso per il blocco di parte della circonvallazione e dello scalo ferroviario con un paio di treni fatti partire in ritardo. È una tendenza che si ripete quella di mandare avanti gli studenti e poi far gestire la piazza ad altri, lucchesi e di fuori città. Più scafati e che non rischiano il penale.
Il pacchetto sicurezza definisce il nuovo perimetro delle manifestazioni pubbliche. Escludendo chi compie danneggiamenti (pena fino a 6 anni) , chi si siede o si sdraia sull’asfalto per ostacolare il transito, anche in modo pacifico e solitario, commette un reato. La pena può arrivare fino a 30 giorni di carcere o, in alternativa, consistere in una sanzione pecuniaria fino a 300 euro. Se a compiere l’azione sono più persone, la sanzione diventa molto più pesante: si rischiano fino a due anni di reclusione.
È quello che è successo a Lucca, ma anche sulla Fi-Pi-Li o a ridosso dell’autostrada a Calenzano. Prima dell’inasprimento delle misure, simili gesti di protesta erano classificati come illeciti amministrativi, con multe tra 1. 000 e 4. 000 euro. E niente penale.
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