Il Tirreno

Firenze

Il caso

Firenze, una base della Nato a Rovezzano: «Niente artiglieria». Ma i timori per le armi nel quartiere restano

Firenze, una base della Nato a Rovezzano: «Niente artiglieria». Ma i timori per le armi nel quartiere restano

Il Comune: «Solo funzioni di coordinamento». Le opposizioni: «Scarsa trasparenza»

2 MINUTI DI LETTURA





FIRENZE «Qui non ci saranno cannoni né carri armati». L’assessore Giovanni Bettarini lo ha detto con fermezza durante l’ultimo consiglio comunale, nel tentativo di calmare le acque. Ma non è bastato. Il nuovo comando Nato in costruzione a Rovezzano, zona est di Firenze, non ospiterà artiglieria pesante, ribadisce l’amministrazione: sarà un centro di "coordinamento strategico", dunque senza mezzi offensivi. Eppure, i dubbi restano, così come l’irritazione di comitati e cittadini.

I segreti militari

Da settimane, il consigliere Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) chiede chiarezza: «Abbiamo ricevuto risposte vaghe, solo dopo una raffica di interrogazioni. Ci dicono che si occuperà solo di intelligence, ma in un mondo come quello del 2025, segnato da conflitti a pezzi, questo rende Firenze parte attiva nelle decisioni militari. E quindi un potenziale bersaglio».

Quanto costa

I lavori - un investimento da oltre 27 milioni di euro - procedono sotto il regime previsto dal Codice dell’Ordinamento Militare, che consente deroghe urbanistiche ed edilizie. In sostanza: niente permessi comunali, nessun passaggio in Consiglio, né coinvolgimento dei cittadini. Un’assenza di trasparenza che alimenta le tensioni. L’amministrazione, dal canto suo, prova a rassicurare: «È un’infrastruttura per la logistica e il coordinamento. Nessun rischio per la sicurezza dei fiorentini».

Le preoccupazioni del quartiere

Ma le preoccupazioni non si dissolvono. Per alcuni, come i comitati pacifisti e le associazioni culturali, l’arrivo del comando rischia di minare l’identità della città: una Firenze sempre più militarizzata, sempre più dentro uno scacchiere geopolitico che pare lontano, ma che potrebbe avvicinarsi pericolosamente. A Rovezzano oggi regna l’incertezza. Il quartiere, attraversato da famiglie, parchi e pendolari, teme di trasformarsi in zona "militarizzata" nei fatti, anche senza barricate o sentinelle.

Solo intelligence

Le rassicurazioni del Comune - che parla di semplice centro di "intelligence" - non bastano a sciogliere tutti i nodi. Anche perché, spiega ancora Palagi, «Palazzo Vecchio non sa neppure da dove vengano i militari che girano in divisa in piazza Signoria. Dalla Predieri? Da altri comandi? Silenzio».Intanto, le associazioni pacifiste annunciano nuove azioni. E rilanciano la richiesta di coinvolgere l’Unesco: "Come si concilia una base NATO con la tutela del centro storico patrimonio dell’umanità?" è la domanda - retorica, ma efficace - che si fanno in molti. Soprattutto in una città dove ogni opera pubblica viene sottoposta a infinite conferenze dei servizi, tranne quando c’è di mezzo l’Esercito. Certo, nessuno si aspetta un convoglio militare lungo l’Arno. Ma quello che preoccupa è l’impronta che certe scelte lasciano nel tempo. Un edificio può non avere cannoni, ma contenere decisioni cruciali

Primo piano
La novità

Identità elettronica, parte il conto alla rovescia per la Cie: 300mila toscani devono mettersi in regola. La data e cosa fare

di Francesca Ferri
Speciale cucina