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Firenze brucia. Caldo record, ecco fino a quando durerà: «Il 98% dei residenti vive sopra i 40 gradi»

Firenze brucia. Caldo record, ecco fino a quando durerà: «Il 98% dei residenti vive sopra i 40 gradi»

Allerta rossa: temperature percepite fino a 38 gradi e rischio per anziani e bambini. Scopri le aree più a rischio, le isole di calore e i consigli del Ministero della Salute per proteggersi

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FIRENZE. La città è un forno, e non solo metaforicamente. A Firenze, l’ondata di caldo che ha colpito l’Italia centrale ha raggiunto il suo culmine, con un codice rosso — il livello massimo di allerta per rischio sanitario — che resterà in vigore fino a sabato 28 giugno. La temperatura percepita toccherà i 38 gradi, secondo le previsioni del Dipartimento di epidemiologia del SSR del Lazio. Ma in alcune zone della città il termometro va ben oltre.

I dati delle stazioni meteorologiche lo confermano: mercoledì, alla stazione dell'Orto Botanico, alle 15.45 si sono registrati 36,3 gradi; ma già alle 9.15 del mattino si sfioravano i 31. E non sarà meglio nei prossimi giorni: il calore insisterà, mentre l’umidità alza la percezione del disagio termico.

Le isole di calore: dove Firenze diventa invivibile

C’è un dato che fotografa la portata del fenomeno: secondo uno studio riportato da Il Tirreno, il 98,5% dei fiorentini vive in aree dove la temperatura reale supera i 40 gradi. Si chiamano isole di calore, e sono il prodotto di una città che riflette poco e trattiene molto. Asfalto, cemento, pochi alberi. E così alcune zone — viale Guidoni, Osmannoro, Mercafir, largo Annigoni, piazza del Mercato Centrale — diventano veri e propri forni urbani, con picchi di 50 gradi sull’asfalto.

Il CNR e il Comune stanno monitorando almeno sette di questi “hotspot” urbani. In città, il 14% della superficie è priva di copertura verde e arriva a toccare i 38 gradi anche quando il resto di Firenze si assesta su valori meno estremi.

Nel frattempo, Palazzo Vecchio ha lanciato una serie di contromisure: oltre 10.000 alberi da piantare, pareti e tetti verdi, e il progetto europeo Life-Escapos, che prevede l’uso di sensori, satelliti e droni per monitorare l’effetto isola di calore in tempo reale.

I consigli del Ministero della Salute: una guida per resistere

A fronte di una città dove anche la notte non porta sollievo, il Ministero della Salute ha rilanciato il suo vademecum per resistere alle ondate di calore. Un decalogo che sembra semplice, ma che può fare la differenza:

  1. Restare a casa tra le 11 e le 18, nelle ore più calde.
  2. Bere molto, anche senza sete, soprattutto per anziani e bambini.
  3. Evitare alcol, caffè, pasti pesanti.
  4. Vestirsi leggeri, in fibre naturali, e proteggersi con cappelli e occhiali.
  5. Usare con giudizio il condizionatore (25-27 gradi).
  6. In auto, non lasciare bambini o animali nemmeno per pochi minuti.
  7. Limitare l’attività fisica.
  8. Controllare la salute dei più fragili.
  9. Garantire acqua e ombra anche agli animali domestici.
  10. Un richiamo all’attenzione, perché il caldo non è solo un fastidio: è un rischio sanitario concreto, che colpisce il cuore, la respirazione, l’equilibrio idrico del corpo.

E il caldo quando finirà?

L’allerta durerà fino a sabato, ma anche i giorni successivi saranno roventi. Domenica e lunedì potrebbero portare un lievissimo sollievo, con massime percepite intorno ai 36-37 gradi. Ma la vera tregua potrebbe arrivare solo a inizio luglio. Intanto, la Protezione Civile mantiene l’allerta gialla attiva almeno fino a fine mese. A rischio sono soprattutto anziani, malati cronici, neonati, ma anche chi lavora all’aperto.

Un’estate sempre più lunga, sempre più estrema

Non è solo un’estate calda. È una nuova normalità climatica che si ripete da anni. Firenze, come molte città italiane, è costretta a fare i conti con un clima che cambia e con infrastrutture urbane pensate per un secolo fa. Serve, come sottolineano gli urbanisti del progetto Escapos, un cambio di paradigma: ridurre il cemento, aumentare le zone d’ombra, fare del verde urbano una priorità sanitaria prima ancora che estetica. Perché il calore, ormai, non è più un’emergenza episodica. È diventato una questione strutturale.

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