Firenze, pitbull azzanna bimba di 2 anni: condannato il proprietario
Nel conto del risarcimento anche i soldi dovuti alla nonna rimasta ferita nell’assalto del cane
BARBERINO DEL MUGELLO. Era con la nonna e stava tornando a casa dopo essere uscita dall’asilo quando lungo il marciapiede su cui stavano camminando le venne incontro un pitbull. Il cane, scappato dal giardino in cui si trovava poco distante, azzannò la bimba di 2 anni. Morsi al volto e su tutto il corpo. Poi si avventò anche sulla nonna che aveva cercato di bloccarlo. Fu un passante a fermare il cane fuori controllo. Bimba e nonna, all’epoca 65enne, finirono la prima al Meyer e la seconda al Cto di Careggi. La più grave era la piccola che aveva riportato ferite al volto, ai fianchi e alle gambe. Ferita anche la nonna. Dall’episodio, che risale al 14 dicembre 2016, è nata una causa legale che ora diventa una sentenza: il Tribunale ha condannato il proprietario del cane a risarcire i genitori della bambina e la nonna per un totale che sfiora i 100mila euro (71mila per la piccola, 12mila per la nonna oltre agli interessi compensativi e legali dal 2021). Un risarcimento coperto dall’assicurazione.
Il fatto
Era circa mezzogiorno e nonna e nipotina camminavano lungo il marciapiede di viale della Repubblica in direzione piazza Cavour, tenendosi per mano. L’arrivo del cane le travolse a suon di morsi. La bimba venne trascinata da una parte all’altra della strada come una bambola di pezza. Le urla della nonna rimasta ferita nel tentativo di salvare la piccola richiamarono alcuni passanti. Fino a che un automobilista riuscì a neutralizzare l’animale che sembrava impazzito. La bimba tra lacrime e sangue venne trasferita al Meyer con l’elisoccorso. Evidenti le cicatrici anche sul volto per le quali furono necessari diversi punti di sutura. Meno gravi le condizioni della nonna ferita alle braccia.
Le indagini
Gli agenti della polizia municipale risalirono subito al proprietario del cane. Superata la fase sanitaria con il recupero della bimba, anche se non facile per il terrore generato dall’aggressione, i genitori avevano citato per danni il proprietario del cane e una seconda persona su cui nel corso del processo non sono emersi addebiti.
La responsabilità
Nella sentenza del giudice Massimo Maione Mannamo risulta pacifica la responsabilità in capo al proprietario dell’animale. Non solo per la “proprietà” del cane. Si legge nella sentenza che «può affermarsi che l’utente dell’animale è chiunque eserciti su di esso un potere effettivo di governo e di impiego del tipo di quello che normalmente compete al proprietario e tale da escludere l’ingerenza dello stesso proprietario, precisando che siffatto potere può derivare non solo da un diritto reale o personale di godimento, ma anche da un rapporto di fatto con l’animale». E ancora: «Ebbene, (il proprietario, ndr) era sicuramente il soggetto che aveva il rapporto diretto con il cane, tanto che lo teneva con sé presso l’abitazione della sita in Barberino ove egli, pur non essendo ivi residente, vi abitava». Che l’animale fosse nel suo uso esclusivo lo si evince anche dall’assicurazione stipulata a copertura dei danni arrecati dall’animale nonché, precisa il Tribunale, «dall’ordinanza contingibile ed urgente notificata dal sindaco di Barberino in data 2 febbraio 2017 con la quale gli furono impartire precise prescrizioni nella gestione dell’animale(obbligo, durante l’uscita con il cane, di uso di museruola e guinzaglio)».