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Dopo il derby

Zanetti e i cartellini gialli: «Gestione un po’ strana ma non diventi un alibi»

di Paolo Nencioni
Zanetti e i cartellini gialli: «Gestione un po’ strana ma non diventi un alibi»

Il tecnico azzurro tra orgoglio e rammarico per il pari. «Per vincere qui dovevamo chiudere la partita dopo l’1-0»

20 febbraio 2023
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FIRENZE. «I cartellini? Ogni fallo nostro era un’ammonizione e questo alla fine può condizionare. L’arbitro ha avuto un metro un po’ strano, ma non è un alibi che ci dobbiamo prendere»

Paolo Zanetti non è uno che di solito ama polemizzare coi direttori di gara. Lo fa velatamente al termine di Fiorentina-Empoli rispondendo alla domanda di un cronista. Perché in effetti nel secondo tempo è sembrato che i cartellini gialli fioccassero un po’ a senso unico: falli di gioco degli azzurri puniti con l’ammonizione, falli simili dei padroni di casa non sanzionati. Il risultato è che sabato contro gli alieni del Napoli l’Empoli dovrà fare a meno di Akpa-Akpro e Bandinelli, diffidati e dunque squalificati, oltre a Cambiaghi che si è fatto male nella ripresa.

Un po’ di amarezza, non tanto per la direzione di gara, quanto per il risultato finale, però è inevitabile quando stai vincendo il derby in casa altrui a cinque minuti dalla fine e poi lo pareggi.

«Avevamo assaporato fino alla fine la possibilità di portare a casa la posta piena – dice Zanetti – Non è successo anche per qualità dell’avversario, che ci ha messi in difficoltà soprattutto sulla nostra catena di sinistra, e non siamo riusciti a ripartire bene. Però dobbiamo essere contenti del pareggio. Ad agosto, come ho detto ieri, questa era sfida impari, ed è motivo di orgoglio essere venuti qua a giocarcela alla pari. Dobbiamo essere contenti di aver messo un mattoncino verso il nostro vero obbiettivo». Che non c’è bisogno di ripeterlo, è la salvezza. I sogni europei, che la classifica autorizzava fino a due o tre partite fa, di fatto non sono mai stati coltivati e non sono in agenda.

Il capitolo rimpianti, comunque, non è vuoto. Quello del tecnico azzurro è «non essere andati sul 2-0 per una questione di centimetri. In due o tre situazioni abbiamo sbagliato l’ultimo passaggio. Per vincere qui bisogna avere la capacità di ammazzare la partita e noi non l’abbiamo fatto». Anche se poi nessuno finisce sotto accusa. «Potevamo essere più puliti sulle palle in uscita – ragiona Zanetti – Sul gol della Fiorentina potevamo essere un po’ più attenti, ma non mi sento di dire niente a nessuno».

Non rimprovera nessuno, Zanetti, ma fa i complimenti a qualcuno, a tre in particolare. «Baldanzi lo vedete piccolino ma in realtà è uno tosto, uno che si spende – risponde a chi si sorprende per la prestazione del fantasista – Aveva dettami ben precisi e li ha rispettati. Akpa Akpro ultimamente sta facendo prestazioni straordinarie. Recupera una marea di palloni, copre tantissimo campo. Caputo è determinante nel far crescere gli attaccanti giovani. In allenamento io dico delle cose, lui ne aggiunge altre (sorride, ndr). Ci tiene a lavorare di reparto. Dispiace che non abbia fatto gol, so quanto ci tiene, è quello che si incazza di più quando non fa gol. Gli altri devono imparare da lui anche questa cattiveria».

Ora la testa è già al prossimo impegno casalingo contro il Napoli. Sarebbe stato al limite dell’impossibile con l’organico al completo, diventa ancora più difficile con le assenze per infortunio e squalifica.

Su Cambiaghi il tecnico azzurro non ha buone sensazioni. «Sono preoccupato – dice – perché la dinamica non è delle migliori. Quando capita un Infortunio muscolare alla massima velocità bisogna farsi il segno della croce. È un peccato perché era in fase di crescita».
 

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