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In Toscana la truffa della finta multa: ci stanno cascando in tantissimi – Perché è difficile da riconoscere e come salvarsi

di Sara Venchiarutti

	Ci stanno cascando sempre più persone: occhio alla truffa della finta multa
Ci stanno cascando sempre più persone: occhio alla truffa della finta multa

L’ultimo caso a Grosseto dove un uomo prima di Natale ha sborsato 189 euro ai truffatori

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GROSSETO. A pochi giorni da Natale a un 60enne grossetano arriva una mail. Mittente: PagoPa, o almeno così si legge a una prima occhiata. L’uomo, un impiegato, s’affretta ad aprire per vedere cosa c’è scritto. Il contenuto non è per nulla rassicurante e parla di una multa da ben 189 euro – importo tutt’altro che esiguo – per aver infranto il codice della strada. Il pensiero, agitatissimo, s’affanna, s’appiglia a un qualsiasi ricordo per provare a capire quando questa fantomatica sanzione è stata presa. «Soprattutto dove?» è la domanda che viene subito dopo. Nel testo viene specificato.

Il contenuto della falsa sanzione

In compenso, si avverte il malcapitato che “Il nostro sistema ha rilevato un ritardo nel pagamento relativo alla violazione del codice della strada”. C’è pure un – sedicente – codice alfanumerico con cui questa pratica sarebbe stata registrata. Segue il motivo: un eccesso di velocità. E, per l’appunto, i soldi richiesti: 189 euro. Poi, un pizzico di allarme: in caso di mancato pagamento, si legge sempre nel testo, l’importo sarà aumentato a 378 euro entro 72 ore. Insomma, il tempo è contato. Non solo. “Saranno decurtati 6 punti dalla patente di guida”. Infine, la rassicurazione: “Puoi visualizzare tutti i dettagli e procedere al pagamento tramite il nostro portale sicuro”. C’è poi un link: “Verifica e paga ora”.

Come scatta la truffa

È con questa modalità che poi avviene materialmente la truffa. Perché, è chiaro, «di truffa si sta parlando», spiega il presidente di Federconsumatori Grosseto, Giorgio Romualdi. Ovviamente PagoPa, il sistema nazionale che semplifica i pagamenti verso la pubblica amministrazione, è del tutto estraneo. Qui sono in azione dei truffatori che riproducono anche molto fedelmente i riferimenti del portale per indurre i cittadini ad aprire il link. Se infatti il mouse dovesse malauguratamente fare il doppio click, allora «parte il malware che installa il virus sul computer o sul telefonino per fare partire pagamenti fatti senza autorizzazione», spiega Romualdi.

Una nuova tipologia di raggiro

Quella della “finta multa” è la nuova frontiera del variegato mondo delle truffe. «L’episodio, segnalatoci pochi giorni prima di Natale, è una novità di quest’ultimo periodo: è la prima volta che vediamo casi di questo tipo», conferma Romualdi. Casi al plurale, visto che lo stesso tentativo di raggiro è arrivato, ad appena una settimana di distanza dall’altro, a un altro professionista grossetano. A variare è stato solo l’importo della sedicente sanzione: ben 290 euro.«I malfattori – sottolinea Romualdi – hanno adoperato tecniche raffinate: il logo, ad esempio, è una copia perfetta, è uguale a quello originale».

Il mittente ingannevole

Anche il mittente trae in inganno. Per accorgersi che qualcosa non torna, guardando solo l’email inviata, serve un’ispezione più attenta: «Quando i due cittadini ci hanno contattato, abbiamo controllato il mittente. Se a prima vista sembrava PagoPa, cliccando per avere il dettaglio del recapito da cui è stato inviato il messaggio, appare – scritto in piccolo – un altro indirizzo, completamente differente. Siamo andati per sicurezza a controllare sul sito ufficiale del portale e non corrisponde assolutamente», spiega Romualdi. Il problema, aggiunge, «è che davvero ci può cascare chiunque: i dati sono uguali, la grafica è perfetta».

La leva della paura

A questo si aggiunge che il contenuto è studiato apposta per abbassare le difese di chi legge. «Giocano sulla paura, sul creare allarmismo – prosegue il presidente Federconsumatori – per fare diminuire l’attenzione sui dettagli. Perché, quando ti trovi scritto che se non si provvede al pagamento, saranno avviate procedure coattive, le persone comprensibilmente si spaventano». Si concentrano, dunque, sulla preoccupazione, tralasciando gli altri aspetti che possono far suonare un campanello d’allarme ancora prima di guardare il messaggio più nel dettaglio.

Perché PagoPa non può inviare solleciti

«È impossibile, infatti – avverte Romualdi – che un sistema come PagoPa mandi solleciti, perché è solo una tra le modalità possibili con cui effettuare il pagamento di una sanzione, come il conto corrente o l’ufficio postale, per citare due esempi. In più non hanno un archivio dove vedere quali sono le multe non corrisposte. È quindi impossibile che vengano richiesti soldi tramite il portale, è solo un metodo di pagamento».

L’avviso ufficiale di PagoPa

Ad avvisare i cittadini è anche lo stesso sito ufficiale PagoPa, partendo dal fatto che, si legge, «sono sempre più numerosi i tentativi di phishing (truffe via email, ndr) e altre truffe, soprattutto online, che sfruttano illegalmente e in modo contraffatto il nome, i marchi e/o il logo della piattaforma PagoPa. In questo tipo di tentativi di truffa, le persone sono portate a credere di aver ricevuto comunicazioni ufficiali o consultare siti istituzionali di enti creditori o di PagoPa. Si tratta invece di pagine e/o messaggi fraudolenti che hanno l’obiettivo di sottrarre informazioni personali (per esempio i dati di una carta di credito) o richiedere somme di denaro non dovute su pretesto di false fatture, sanzioni o tasse da pagare». PagoPa, quindi, «è estranea a tali condotte e non è responsabile per i siti web fraudolenti o altre forme di comunicazione. PagoPa opera in stretta collaborazione con le autorità competenti per prevenire, individuare e contrastare tali condotte».

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